venerdì 20 dicembre 2013

Dare è la migliore comunicazione

Dare è la migliore comunicazione, un commovente video da conoscere...
Uno spot che fa riflettere sul dono e la gratuità che deve caratterizzare sempre la nostra esistenza.
Il video cliccatissimo su Youtube è stato visto in originale da oltre 15 milioni di persone e successivamente, dopo essere stato tradotto in diverse lingue ha rapidamente raggiunto tutto il mondo.
Si tratta di uno spot pubblicitario dell’azienda di telecomunicazioni thailandese True Move H
Si tratta di tre minuti di rara bellezza e semplicità:

sabato 14 dicembre 2013

Lettera di un bambino a Nelson Mandela

L'Africa negli occhi di un bambino di strada. Un viaggio alla scoperta del suo paese e delle emergenze sanitarie e ambientali che lo minacciano. 

Un film on the road, attraverso le baraccopoli di Nairobi, il monte Kenya e il lago Vittoria. 

Kevin, un bambino di 8 anni, scrive una lettera a Nelson Mandela per raccontargli quello che ha visto uscendo dalla bidonville di Nairobi: un viaggio che lo porterà a conoscere i paesi circostanti, nel frattempo, siccome è analfabeta, dovrà imparare a leggere e a scrivere. 


I bisogni, le richieste, le speranze di un continente, narrate dalle comunità più povere e ignorate del pianeta.



giovedì 12 dicembre 2013

Into the wild, reazioni in classe

Un film che suscita numerose reazioni e riflessioni.
Rischiare ogni cosa nel nome della libertà?
“La felicità è in tutto ciò che ti circonda e per raggiungerla devo isolarmi in essa” dice nel film Chris, il giovane protagonista, deciso a spingere la propria ricerca oltre il limite consentito dalla natura più selvaggia.

Ecco alcune considerazioni di ragazzi di terza e quarta dell’Istituto Raineri di Piacenza che esprimono vari punti di vista.
Per Alessia:
“Una storia che parte da un vicenda vera. Vuole sottolineare fin dove ci si può spingere nella ricerca della libertà”.
Jennifer:
“Capisco la reazione di Chris nei confronti di una famiglia perbenista, dove il padre nasconde la verità al figlio sui figli fuori dal matrimonio”.
Paola:
“Considero l’esperienza di Chris un viaggio per ritrovare se stessi nella natura”.
Giada:
“Una scelta coraggiosa che suscita fascino”
Edoardo:
“Una scelta estrema che però non condivido, molto esagerata. E’ triste anche l’allontanamento dalla famiglia”.
Lorenzo invece:
“Anche a me piacerebbe stare solo ed uscire dalla realtà entrando in un mondo dove nessuna giudica le mie cose”.
Matteo:
“Capisco le motivazioni di Chris soprattutto quella di liberarsi dai beni materiali, ma da soli è impossibile vivere”.
Tommaso:
“Il mondo non gli dava soddisfazioni, il protagonista ha voluto vivere nell’essenzialità. E’ stata però una sfida, una lotta per mettersi alla prova”.
Marco:
“Sia il film che il romanzo sono stati un passaggio fondamentale anche per la mia riflessione personale.
Chris, per la sua scelta estrema, è da me ammirato anche se non condivido pienamente il suo agire.
Giacomo:
Mi ha affascinato l’abbandonare tutto di Chris. La sua scelta di vivere una vita diversa da quello che fa la normalità della gente. Ha cercato di capire se la felicità poteva costruirsela da solo, ma non c’è riuscito.
Mentre Andrea:
Non sono d’accordo sulla sua scelta, non ho capito il senso di tutto questo…


Attendiamo altri commenti….

sabato 7 dicembre 2013

Nel nome della libertà


La storia e le battaglie dell'uomo che ha liberato il Sudafrica dalla segregazione razziale.
Il documentario di Gianni Minoli ripercorre la vita e le vicende di Madiba, il grande padre dell'Africa.

"Madiba", così lo chiamavano tutti, si è spento serenamente nella sua abitazione attorniato dai familiari.
Aveva 95 anni, di cui 27 trascorsi nelle prigioni del regime sudafricano, prima della liberazione dall'apartheid e dell'elezione a presidente.


Mandela - Nel nome della libertà - Vedi il filmato







giovedì 5 dicembre 2013

The Butterfly Circus - Il circo della farfalla

"Più grande è la lotta più glorioso è il trionfo".
E' la frase più significativa ed emblematica di questo cortometraggio che ha come protagonista Nick Vujicic, il giovane senza arti, già famoso nel web per la sua grande testimonianza di vita.

Diretto da Joshua Weigel, Il circo della farfalla non utilizza solo il circo e i suoi personaggi per narrare una storia, ma veicola qualcosa di intimamente legato al tendone. Il signor Méndez è il proprietario di un circo che per caso si ferma in un luna park e visita il padiglione delle mostruosità umane: la donna barbuta, l'uomo tatuato, le gemelle siamesi... ed anche Will, appunto, che se ne sta in mostra e attende che gli amanti dello spettacolo degli orrori sfilino davanti a queste umanità mutilate e deformi. "Una perversione della natura, un uomo -- se così lo si può chiamare -- a cui Dio stesso ha voltato le spalle!", dice chi presenta il macabro show quando apre la tendina che tiene nascosto Will. Ma qualcosa cambia per un incontro inatteso, quello con il signor Méndez, che guarda Will con occhi diversi. Will prima lo rifiuta e poi lo segue. Pensa che ogni circo sia come quello che ha vissuto fino a quel momento, ma ne conosce un altro, che raggiunge i piccoli paesi con questo messaggio: "signori e signore, ragazzi e ragazze, ciò di cui ha bisogno questo mondo è di un po' di stupore". Il signor Méndez dirige un altro tipo di spettacolo, insomma, non quello che si fonda sul mettere in mostra "le imperfezioni di un uomo..." Il circo di Méndez porta in pista contorsionisti, giocolieri, acrobati, trapezisti, l'uomo forzuto... Anna, la regina dell'aria. Artisti che si "muovono pieni di forza, colore ed eleganza", qualcosa di "sbalorditivo". A contatto con loro
Will rinasce, sfidato da una frase che Méndez gli scaraventa addosso all'improvviso: "Se solo tu potessi vedere la bellezza che può nascere dalle ceneri". Ma loro sono diversi da me, ribatte Will guardando gli artisti che si muovono con le loro gambe e afferrano funi e clave con le loro mani. "Un vantaggio ce l'hai -- è la risposta di Méndez -- più grande è la lotta e più glorioso il trionfo". Che sembra la regola che percorre da sempre la pista di segatura, ma anche la legge più profonda della vita. Al circo, grazie all'arte della pista e alla umanità che sprigiona dalla compagnia di Méndez, anch'essa opera d'arte, Will subisce la metamorfosi da bruco a farfalla e spicca il volo. C'è molto realismo nella storia: Will nel circo del signor Méndez ha comunque un ruolo legato alla sua condizione umana, si getta da molto in alto in una vasca d'acqua e riemerge fra gli applausi. 
Viene presentato come qualcosa di eccezionale, un po' come succedeva nel baraccone, perché lo spettacolo va avanti e la vita pure, e bisogna pur guadagnarsi il pane. 
Ma adesso Will mostra il meglio di sé, e il pubblico è testimone di "un'anima coraggiosa mentre imbroglia la morte salendo fino a 50 metri in aria e saltando dentro alla piscina".