martedì 9 dicembre 2014

Pensare a un modo per cambiare il mondo e metterlo in pratica

Nel Film "Un sogno per domani" il prof.  Simonet, di Studi Sociali, propone questo tema da svolgere:
"Pensare a un modo per cambiare il mondo e metterlo in pratica"
Anche Ghandhi diceva:
"Sii  il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo..."

Ecco  alcune riflessioni degli studenti su questi spunti.

"Penso che il mondo è una cosa bellissima, ma non è tutto felice e buono, ci sono persone crudeli e malintenzionate, ci sono uomini infelici, ci sono poveri e soprusi.
Per cambiare tutto questo non basta una persona che faccia un grande atto di benevolenza, ma sono necessari tanti atti di piccolo impegno che però messi insieme, se ognuno di noi contribuisse, sarebbero un modo per cercare di cambiare il mondo." (Giovanni)

"Bisogna sempre credere nei propri sogni però non tutti si possono realizzare, ma non bisogna mai perdere la speranza e provarci fino alla fine.
Trevor, il ragazzo, protagonista del film, viene ucciso, ma la sua proposta di cambiare le cose non muore con lui, perché, pur essendo ancora un ragazzo, aveva molte idee buone ed riuscito ad orientare tante persone." (Giulia)

"Nel film Trevor, sembra quasi un Messia che, con i suoi valori di innocenza, purezza e solidarietà, riesce a trasmettere un messaggio profondo anche al mondo freddo degli adulti.
Questo messaggio appare ancora ancora più importante dopo la sua morte, quasi come se seguire ciò in cui credeva fosse una forma di rispetto." (Francesca)

"Bastano piccole cose per lasciare il mondo un poco migliore di come l'abbiamo trovato.
Inoltre le buone azioni, i piccoli favori si ricordano di più di un brutto gesto o una scortesia, perché è sempre meglio ricordare il bene piuttosto che il male." (Silvia)

Trevor, nel suo piccolo, ha fatto come Gesù: è stato ucciso per salvare un suo compagno, come Gesù è morto per salvare noi... (Giovanni-1)

"Alla fine Trevor muore e verrà ricordato sempre per le sue idee" (Serena)

"La proposta di Trevor è anche quella di libertà e di come si può migliorare il mondo" (Samantha)

"Cambiare il mondo è molto difficile, ma qualcosa si può realizzare.
Trevor ci ha provato.
Dopo la sua morte il suo messaggio ha continuato a viaggiare.
Penso che le parole non si possano fermare e che continueranno a tramandarsi." (Leonardo)



giovedì 4 dicembre 2014

I love living life - Nick Vujicic

Aggiungo nuove riflessioni degli alunni sulla testimonianza di vita di Nick Vujicic.

Nick è un uomo che trasmette un messaggio di incoraggiamento e speranza per tutti.
Nick è riuscito a trasformare il suo problema più grosso in una opportunità fino a diventare il suo maggiore punto di forza!
Se ce l'ha fatta lui, chiunque può riuscirci.
Io penso che non è mai una sconfitta definitiva: si può sempre lottare, bisogna sapersi adattare a qualsiasi disagio, anche grave senza mai perdere la speranza. (Beatrice)

Nick con la fede e la speranza che riesce a trovare mi fa riflettere su quanto ognuno è padrone della propria vita e su quanto la forza di volontà sia importante per realizzare i nostri sogni.
Penso che bisognerebbe ringraziare ogni giorno Dio per ciò che si ha, invece che lamentarsi per ciò che non si può avere.  (Francesca)

Nick Vujicic è un uomo con una forza di volontà grandissima, infatti molti, nella sua condizione, si sarebbero arresi e avrebbero vissuto con dispiacere e malinconia.
Lui invece ha accettato la disabilità e ha cercato di sminuirla con nuove passioni e obiettivi da realizzare.
E' un modello di vita e un'ispirazione forte per molte persone. (Giovanni)

Nick ha raggiunto il suo scopo ossia il rispetto ed essere amato per quello che è veramente e non per quello che è esternamente.
Mi ha insegnato molto e mi ha fatto capire il verso scopo della vita, quello di andare avanti e non fermarsi finché non si ha ottenuto ciò che si vuole, ossia la felicità e la pace interiore. (Riccardo)

Quando Nick ha capito il suo punto di forza per ripartire, allora ha iniziato a vivere guardando le cose con altri occhi, rialzandosi sempre quando cadeva. (Mattia)

Nick ha imparato a ridere della sua disgrazia trasmettendo energia al prossimo. (Beatrice-)

Ci ha insegnato che la vita è un dono prezioso e che per nessuna ragione dobbiamo abbatterci. (Gaia)

Ho trovato in lui una grande forza interiore. Credo che nessuno si debba scoraggiare per essere "diverso", perché può avere potenzialità che un'altra persona non ha. (Luca)

Superando tutti gli ostacoli ha ottenuto una vita felice con la sua famiglia. (Arianna)

Nick ha superato tutti i pregiudizi cattivi delle persone con grande forza. (Giulia)







giovedì 20 novembre 2014

The Millionaire - spunti di riflessione...

Con le classi quinte ITAS dell'istituto Raineri - Marcora abbiamo riflettuto sul film e sono emerse delle interessanti considerazioni degli alunni sui vari personaggi della vicenda.

Prem (il conduttore televisivo)
- Prem, il conduttore del gioco, è decisamente uno dei personaggi più ambigui del Film.
Inizialmente sembra voler aiutare Jamal, sembra parteggiare per lui e tenere al suo successo.
Quando però probabilmente si rende conto di avere davanti ciò che anche lui è stato in passato, ovvero un ragazzo umile, disinteressato del denaro che sta andando a vincere, teme che possa rubargli la fama e la popolarità utilizzando la sua sincerità e la sua onestà come sole armi, senza ricorrere alla corruzione per ottenere successo.  (Veronica)
- Prem ostacola il protagonista perché si ritiene migliore di lui. E' un uomo egocentrico che non può permettere che un ragazzino, nato nella baraccopoli, acquisti una tale fama. (Federica)
- Prem è un ottimo intrattenitore, sfacciato, sarcastico, in grado di divertire il pubblico con le sue continue prese in giro e battute, ma falso.
All'inizio prova pena per Jamal e si diverte a schernirlo davanti al pubblico, successivamente però, quando capisce e vede che Jamal potrebbe vincere il premio più alto, cerca di ostacolarlo suggerendogli la risposta sbagliata per evitare che il ragazzo diventi famoso e ricco quanto lui.
Inoltre perché più Jamal va avanti nel gioco più acquista sicurezza ribattendo alle battute di Prem e attirando così tutta l'attenzione su di sé. (Edoardo)


Latika
- Latika rappresenta la figura femminile, sfruttata e vittima dell'ignoranza e della crudeltà a cui molte donne indiane sono sottoposte. (Mirco)
- E' lei il vero obiettivo di Jamal. E' per lei che decide di partecipare al quiz, per poterla ritrovare ed essere sicuro che le lo veda. (Veronica)
- A mio avviso Latika rappresenta, in parte, la madre di Jamal e Salim, una figura femminile che i ragazzi hanno perso.  (Federica)
- Latika raffigura il senso di libertà e di pace, essendo lei lo scopo, il motivo per cui Jamal partecipa allo show per arrivare a stare con lei per sempre.  (Giulia)




Jamal e Salim
- Jamal è il perfetto esempio di ragazzo innamorato che farebbe di tutto per il suo amore. Egli è gentile, generoso e, soprattutto, sincero. (Federica)
- La vita per Jamal è stata la maestra più grande, lo ha portato lontano dandogli poche soddisfazioni e facendogli conoscere la crudeltà sotto diversi aspetti. La sua perseveranza gli ha però permesso di schierarsi sempre dalla parte giusta, senza cedere alla meschinità, come è capitato a suo fratello. (Veronica)
- Jamal riesce a farsi strada da solo (Tommaso)
- Jamal nel corso della sua  vita ha assistito ed ha vissuto in brutte condizioni e ha avuto esperienze forti che probabilmente un ragazzo occidentale, come noi, non vivrà mai, ciò gli ha permesso di formarsi con un carattere forte, deciso e perseverante. (Davide)
- Jamal e Salim fanno scelte diverse, ma le esperienze che vivono sono più o meno le stesse.
La diversità è che Jamal è il ragazzo sfruttato dal "padrone", mentre Salim è il braccio destro del "padrone". (Mattia)
- Jamal sin da bambino è costretto ad imparare a vivere fra tante difficoltà e nonostante ciò cresce come una persona educata e coraggiosa. (Lisa)
- Jamal è arguto, astuto, sensibile e coraggioso. L'obiettivo che ha in comune con i ragazzi occidentali è quello di divenire ricco, la sua esperienza di vita è invece più dura e difficile rispetto a quella "comoda" della maggior parte di noi occidentali. (Edoardo)
- Salim, attratto dal potere e dalla ricchezza finirà tragicamente la sua esistenza tra il denaro che sempre aveva desiderato e che non è comunque riuscito a dargli felicità. (Veronica)
- Salim già da piccolo dimostra di avere doti intimidatorie comportandosi come capo nei confronti degli altri bambini. Anche da adulto rimane legato alla malavita fino alla morte. L'ultimo gesto di liberare Latika lo redime da tutto il male commesso. (Laura)
- Pur non possedendo nessuna istruzione, Jamal riesce a dare la giusta risposta a tutte le domande perché ognuna di esse ha rappresentato un frammento cruciale della sua vita (Veronica)

Considerazioni
- Questo film mi è piaciuto molto e la considerazione principale che mi sento di dire è che purtroppo viviamo ancora in un mondo fatto di violenza e schiavitù, abusi sui bambini e sulle donne. (Mirco)
- Un film che da un insegnamento positivo in particolare a coloro che preferiscono affidarsi ad effimere promesse piuttosto che perseguire con tenacia i propri obiettivi (Veronica)
- Il Film ci dice che tutto nella vita può esserci utile per migliorare la nostra condizione e anche che chiunque può avere le conoscenze necessarie per affrontare le sfide più difficili. (Elisa)
- Il film mi ha fatto capire che si può avere la capacità, derivata dalla possibilità, di trasformare il male in bene. Jamal, grazie al suo carattere, ha saputo volgere tutto il male della sua vita trascorsa in bene per il suo futuro, spinto anche dalla motivazione amorosa per Latika. (Cesare)


venerdì 14 novembre 2014

Yoga della risata

"Ridere non è de-ridere! Assieme abbiamo voluto dire no alla violenza, no al bullismo, no all'abuso di quelle sostanze che una volta assunte sono loro che abusano di noi. Al termine delle sessioni lacrime di gioia e di commozione per l'abbraccio degli studenti con i loro professori." Richard Romagnoli

Mattinata straordinaria  quella vissuta all'Istituto Raineri - Marcora di Piacenza il 14 novembre 2014, con oltre 1000 studenti.
Quattro sessioni con gli studenti basate sulla Risata Incondizionata e sui Valori Umani guidati da Richard Romagnoli Master Teacher e Ambasciatore nel mondo di Yoga della Risata (Laughter Yoga Foundation, India).



mercoledì 5 novembre 2014

THE MILLIONAIRE

The Millionaire è un film inglese ambientato in India e tratto dal romanzo "Le dodici domande" dello scrittore indiano Vikas Swarup. Racconta la storia di Jamal Malik, un ragazzo nato nella zona più povera della città di Mumbai (Bombay). Rimasto orfano, vive insieme al fratello Salim e all’amica Latika. Alcuni avvenimenti sconvolgono la loro vita portandoli a una separazione sofferta fino al giorno in cui Jamal, per riscattarsi agli occhi di Latika che ha sempre amato, decide di partecipare alla trasmissione televisiva Chi vuol esser milionario?, un gioco a premi che appassiona tutto il paese. Prem Mukar, conduttore dello show, è infastidito dalla popolarità mediatica e dal successo del ragazzo che conosce tutte le risposte, ne ostacola in tutti i modi la vittoria ingannandolo e facendolo arrestare. Accusato di imbrogli, Jamal svela alla polizia il segreto del suo successo: le risposte alle domande scaturiscono dalla sua storia singolare, della vita trascorsa per le strade, dall’amore per Latika la ragazza che ama e che ha perduto. Convinto dalla dichiarazione di Jamal l'ispettore lo lascia libero per tornare in televisione e rispondere così all'ultima domanda del gioco. Il suo sogno finalmente si realizza e dall’altra parte di un telefono ritrova la voce di Latika e il suo amore.
Per riflettere dopo aver visto il film
La struttura cinematografica è tipica del melodramma a tinte forti, basata su una trama ricca di colpi di scena finalizzata a commuovere lo spettatore. I punti fondamentali sono:
- l’ambientazione esotica
- la lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile
- il desiderio di riscatto dei protagonisti
- il povero che diventa ricco e famoso
- l’amore che supera la miseria e la violenza
I personaggi, tratteggiati senza dispersioni, sono suddivisi in modo netto tra buoni e cattivi.
La storia è quella di un ragazzo condannato dal destino a vivere nei quartieri poveri di Mumbai. Un racconto che mette a nudo la disperazione e le fatiche dei bambini poveri, ma anche la gioia del successo e del riscatto sociale.
Lo scenario all’interno del quale vivono i protagonisti è un realtà multiculturale, piena di differenze e contrasti.
Lo stile narrativo è tipico della favola che si snoda attraverso duplici binari: povertà e ricchezza, amore e morte. "E' una favola - dichiara lo sceneggiatore Simone Beaufoy - e come tutte le favole che si rispettino, contiene momenti di forte inquietudine e di orrore. C'è una grande mescolanza di cose in grado di farti ridere o piangere o spaventare (...)".
Il percorso cinematografico esalta il sogno dei poveri, l’impegno degli ultimi per cambiare il corso della loro storia fino ad arrivare all’affrancamento e alla redenzione.
Jamal rappresenta l’emblema dei giovani che rifiutano di assoggettarsi al male per costruire un futuro migliore. Questo è il karma, uno dei principi della cultura indiana, dove il destino della persona è inteso come frutto dei suoi atti positivi.
Il film ripercorre a ritroso i momenti più significativi della vita di Jamal introducendo gradualmente lo spettatore a comprendere i fatti che l’hanno sconvolta: la morte della madre uccisa in uno scontro tra  fanatici religiosi; il conflitto con il fratello Selim; il coinvolgimento nella vita malavitosa della città, la fanciullezza violentata, i tormenti giovanili, il coraggio di lottare per non lasciarsi sopraffare dalle ostilità, l’amore per Latika. La trama si snoda attraverso una commistione culturale coinvolgente che fonde umorismo e dramma. Un ritratto straziante ambientato nel mondo contraddittorio dell’India di oggi, questo immenso paese dove sono presenti grandi ricchezze ma anche enormi povertà, metropoli moderne e brulicanti slum. La storia viene costruita dal regista con perfetto equilibrio incastonando, come in un unico puzzle, le diverse realtà, lasciando sempre spazio alla riflessioni a tutto campo sulle situazioni inumane che tanti ragazzi, in tutto il mondo, sono costretti ad affrontare quando trovano adulti senza scrupoli e istituzioni assenti. La partecipazione allo show televisivo Chi vuol esser milionario? rappresenta il momento della verità. Sotto i riflettori dello studio televisivo, scrutato dall’occhio vigile delle telecamere, il giovane Jamal Malik ripercorre la sua vita e risale faticosamente la scala sociale. L’ultima domanda segna per lui una svolta decisiva che mette a nudo la sua storia e i suoi sentimenti. Sostenuto da un pubblico appassionato vincerà i 20 milioni di rupie, ma soprattutto troverà l’amore e un futuro migliore.

Titolo originale: Slumdog Millionaire
Genere: Drammatico
Regia: Danny Boyle
Interpreti: Dev Patel (Jamal), Anil Kapoor (Prem), Freida Pinto (Latika), Madhur Mittal (Salim), Irrfan Khan (ispettore)
Nazionalità: Gran Bretagna
Distribuzione: Lucky Red Distribuzione
Anno di uscita: 2008
Origine: Gran Bretagna (2008)
Soggetto: ispirato al romanzo "Le dodici domande" di Vikas Swarup
Sceneggiatura: Simon Beaufoy
Fotografia (Scope/a colori): Anthony Dod Mantle
Musica: A R Rahman
Montaggio:  Christopher Dickens
Durata: 120'
Produzione: Christian Colson
Tematiche: Bambini; Famiglia - fratelli sorelle; Giovani; Mass-media; Politica-Società; Povertà-Emarginazione; Solidarietà-Amore
Note: Golden Globe 2009 per: Miglior Film Drammatico, Regia, Sceneggiatura e Colonna Sonora.
- Vincitore Oscar 2009 per: Miglior Film, Regia, Sceneggiatura non Originale, Fotografia, Montaggio, Colonna Sonora, Canzone Originale, Montaggio e Suono. Era candidato anche per il Miglior Missaggio Sonoro.
- David Di Donatello 2009 come Miglior Film dell'unione Europea.
- Nastro d'argento 2009 come Miglior Film Europeo.

SPUNTI DI RIFLESSIONE
. Approfondisci il personaggio Prem (il conduttore televisivo). Perché ostacola la vittoria di Jamal? (tieni presente che Prem apparteneva alla casta degli umili e poi ha fatto carriera nello spettacolo...
. Che cosa rappresenta, metaforicamente, il personaggio di Latika, l'unica importante figura femminile del film?
. Elenca le qualità di Jamal e fai un confronto con i ragazzi occidentali che appartengono alla sua generazione.
Quali ideali e obiettivi hanno in comune? Quali esperienze di vita? Quali opportunità ( di studio, di lavoro, di svago)?
. Le scelte di Jamal e di suo fratello sono molto diverse, analizza le loro esperienze di vita.
. Perchè Jamal risponde correttamente alle domande?
. Quali considerazioni ti senti di fare sul film visto?

lunedì 6 ottobre 2014

Siate affamati, siate folli...

Sempre nelle tematiche del "Senso della vita" propongo questa splendida riflessione di Steve Jobs.
Si tratta di un discorso, del 2005, di auguri ai laureandi di Stanford, una delle più famose università del mondo.
Il suo intervento è una specie di testamento spirituale con cui vogliamo ricordare Steve.

"Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione."


lunedì 22 settembre 2014

Il segreto della vita

Le domande possono essere più importanti delle risposte.
Le risposte alle tue domande sono conservate dentro di te... cercale ed esse ti troveranno.
Ecco una serie di video sul senso della vita





domenica 21 settembre 2014

La storia della matita

Un video su un famoso testo di Paulo Coelho ci invita a riflettere sulla nostra vita...

Trova il tempo


Il video è realizzato su alcune frasi Madre Teresa trovate sul muro della casa dei Bambini di Calcutta.
La vita d’oggi, con i suoi ritmi frenetici, divora il tempo. Soffermiamoci un momento e riflettiamo sul tempo e sul senso della vita.

Tu sei il tuo destino

Ottimo video sul senso della vita, sull'autostima e sulla fiducia in se stessi.


Diffusione delle principali religioni, mappa interattiva





Da Focus.it  riprendo una interessante mappa interattiva su come si è trasformata la geografica delle religioni lungo i secoli CONTINUA

sabato 20 settembre 2014

Guida allo studio della Bibbia

Si tratta di una guida che ho trovato molto utile per conoscere meglio la Bibbia e il suo mondo.
E’ un volumetto tascabile con molte illustrazioni che si legge volentieri e stimola attenzione e interesse.
Autori
Si tratta di studiosi della sacra scrittura docenti in prestigiose scuole teologiche inglesi.
Walter A. EIweIl, Ph.D. (Edimburgo), 
è professore di Bibbia alla Wheaton Graduate School, scrittore, conferenziere e redattore (Evarigelical Dictionary of Theology). 
Ha curato la pubblicazione di questo libro ed ha scritto personalmente i capitoli «La vita di Cristo», «Gli insegnamenti di Cristo», «Come leggere la Bibbia con profitto» e «Brevi riassunti dei libri della Bibbia». 
R. K. Harrison, Ph.D. (Londra), 
è scrittore affermato, conferenziere e 
studioso dell’Antico Testamento. 
Il suo libro Introduction to the OId Testament è considerato il migliore trattato tradizionalista sull’Antico Testamento. 
Per questo libro ha scritto i capitoli «Archeologia biblica» e « Breve cronistoria degli avvenimenti biblici». 
H. D. McDonald, Ph.D. (Londra), B.D. (Londra), 
è Vicepreside Emerito del London Bible 
College, scrittore, insegnante e studioso del Nuovo Testamento. Ha viaggiato in diversi paesi ed ha insegnato in varie scuole e seminari del Nord America; ha inoltre scritto diversi libri, tra cui Salvation e Theories of Revelation. Per questo libro ha scritto il capitolo «Come la Bibbia è giunta fino a noi». 
Leon Morris, Ph.D. (Cambridge), è un conferenziere di fama internazionale, docente, scrittore e studioso del Nuovo Testamento. 
E’ stato Vicepreside del Ridley College (Melbourne, Australia) ed è conosciuto per le sue opere sul Vangelo di Giovanni e sul tema dell’amore nel Nuovo Testamento. 
Per questo libro ha contribuito con il capitolo «Glossario di termini biblici importanti». 
Hazel Perkin, MS. (McGill), è una ricercatrice biblica e Preside della St. 
Clements School (Toronto, Canada). 
Per questo libro ha scritto il capitolo «Cultura ai tempi della Bibbia». 
R.E.O. White, M.A. (Liverpool), B.D. (Londra), 
è pastore, scrittore e docente di Nuovo Testamento e di etica. 
E' autore di oltre 30 libri, tra cui Christian Ethics, un’importante opera sull’etica cristiana. 
Per questo libro ha scritto il capitolo « Cosa credono i cristiani».
Significato della Bibbia
La Bibbia è "libro dei libri".
Il suo potere di influenzare profondamente la vita dell’uomo è riconosciuto perfino da coloro che non credono in essa. 
La Bibbia si trova praticamente in tutte le case dove si apprezza la cultura, e complessivamente è stata ed è tuttora un best-seller a livello mondiale. 
Si tratta del libro più venduto al mondo.
Della Bibbia se ne sono fatte versioni ed edizioni più di qualsiasi altro libro ed è stata tradotta in un maggior numero di lingue di qualsiasi altro scritto.
La Bibbia è tanto importante per il mondo perché cerca di dare delle risposte religiose alle domande esistenziali che da sempre hanno accompagnato la vita dell’uomo. 
Ma, se la Bibbia è così diffusa e conosciuta, perché la maggior parte della gente sa così poco a riguardo di essa? 
Una risposta parziale potrebbe essere che alle volte non vogliamo veramente sapere ciò che contiene; ma questo è vero solo in parte. 
Molte volte vogliamo sapere ciò che contiene, ma ci troviamo persi in un linguaggio strano, tra usi e costumi che non conosciamo, luoghi mai sentiti nominare e idee astruse. 
Nella sua introduzione, il curatore della guida, Walter Elwell, afferma, infatti, “per noi che viviamo in una società tecnologicamente avanzata, il mondo antico ci appare estraneo”. 
Il fatto però non ci deve sorprendere. 
Si tratta effettivamente di un mondo estraneo; gli autori della Bibbia si troverebbero altrettanto spaesati nel nostro mondo. 
Se vogliamo sapere di più sulla Bibbia, da dove cominciamo? 
Ciò che ci serve è una guida per indirizzarci nella direzione giusta. 
Il libro di Elwell si propone appunto questo: riuscire a fare da guida.
Struttura della Guida
Questo piccolo manuale è diviso in cinque capitoli. 
Il primo capitolo descrive i costumi e la cultura ai tempi della Bibbia, e offre una breve panoramica delle più importanti scoperte archeologiche fatte in questi ultimi cento anni. 
Il secondo capitolo espone la vita e gli insegnamenti di Gesù, che sono la parte più importante della Bibbia. Contiene inoltre un breve sommario della dottrina cristiana. 
Il terzo capitolo inizia con una breve discussione sul modo in cui la Bibbia è stata tramandata nei secoli. 
Seguono suggerimenti utili per una sua lettura utile e proficua. 
Il quarto capitolo si occupa del contenuto della Bibbia. 
L’intera Bibbia viene presentata libro per libro, con un breve riassunto di ogni libro e gli avvenimenti e insegnamenti in esso contenuti.
Il quinto capitolo contiene un glossario di termini biblici e di idee particolarmente importanti, versetti e citazioni da imparare a memoria, avvenimenti biblici interessanti e un elenco di letture utili. 
Questa guida si presenta sotto forma di brevi monografie, raggruppate in temi più ampi, per facilitarne la lettura. 
Le brevi monografie, assieme ai versetti detti sopra, si possono leggere separatamente, oppure a capitoli interi. 
Qualcuno può preferire di saltare qua e là, per una maggiore varietà, ed esaminare un libro per volta, ad esempio Matteo o Marco, assieme a un termine biblico importante quale vangelo. 
Qualcuno potrà invece preferire di leggere questo libro dal principio alla fine, nell’ordine in cui si presenta. 
L’autore dice che si può proprio utilizzare il testo a piacimento nel modo che risulta più idoneo alle proprie esigenze.
Cultura ai tempi della Bibbia
Nella prima parte del testo ho trovato molto interessante lo studio di Hazel Perkin sul contesto culturale in cui è stata scritta la Bibbia.
“Il termine cultura si riferisce a idee, usi e costumi, professioni, arte, ecc. di un particolare gruppo etnico in un particolare contesto storico. 
La cultura della società in cui viviamo viene istillata in noi fin dall'infanzia, in primo luogo dalla famiglia in cui siamo nati o che ci ha adottati. 
Questo processo di acculturazione continua quindi man mano che veniamo a contatto con il nostro ambiente, con la scuola, con l'educazione religiosa, con gli amici o con quelli che sono più anziani di noi; e questo vale anche se generalmente non ce ne rendiamo conto.
Nella nostra cultura occidentale siamo abituati a mangiare tre pasti al giorno, a vivere in piccoli nuclei familiari, ad ascoltare musica negli uffici, nei negozi, in casa e anche in macchina. 
Certe parole e azioni le consideriamo sgarbate od offensive, mentre altre le riteniamo gentili e amichevoli. Una persona che appartiene a un'altra cultura, tuttavia, può non conoscere questi e altri aspetti della nostra cultura che noi troviamo talmente consueti da non pensarci neppure, o solo raramente.
La gente che viveva ai tempi della Bibbia era influenzata dalla cultura di allora tanto quanto lo siamo noi dalla nostra, e ciascun autore biblico ha scritto rispecchiando la propria prospettiva culturale. 
Ciò significa che alcuni termini e concetti della Bibbia possono essere inconsueti per molti di noi a causa delle lunghe distanze e dei molti secoli che ci separano dai luoghi e dai tempi della Bibbia. 
Tuttavia, possiamo in qualche modo colmare la lacuna e capire più a fondo l'intento degli autori biblici studiando il modo in cui vivevano e la visione che avevano del mondo.
Ad esempio, lo studio degli usi e costumi dei patriarchi ci rivela che per la gente dei tempi della Bibbia era preferibile nascere maschio che nascere femmina. 
I ragazzi avevano più privilegi e libertà, delle ragazze, uno stato sociale più alto che continuava anche quando diventavano adulti. 
Tenendo presente gli usi e costumi del tempo, dobbiamo quindi concludere che il modo in cui Gesù trattava le donne era rivoluzionario. 
Cominciamo allora a capire perché i suoi discepoli si meravigliarono tanto al vederlo «parlare con una donna» che non era una parente (Gv 4,27), e ancor più che trattasse con lei importanti questioni spirituali. 
Saremo in grado di capire anche quale colpo deve essere stato, in una cultura che non ammetteva la testimonianza delle donne in un tribunale, il fatto che Dio abbia scelto alcune donne come primi testimoni della risurrezione di Gesù (Lc 24,1-12; cf A t 2,17-18).”
Questa parte del testo ci fa comprendere come per capire la Bibbia bisogna entrare nel contesto culturale di allora. 
Non possiamo giudicarla con il nostro metro attuale di misura, ma bisogna calarsi nel tempo in cui è stata scritta
Impressioni
Lo possiamo definire un manuale aggiornato e autorevole con oltre 100 foto colori e innumerevoli mappe e schemi.
La lettura è piacevole e stimolante.
L’ho trovato anche un ottimo riassunto di tutti i libri della Bibbia, in modo che si può facilmente apprendere e ricordare il contenuto e il significato di ogni singolo testo.
Guida allo studio della Bibbia è poi anche una sintesi interessante di cultura e archeologia biblica.
Insomma un libretto agile e pieno di notizie che, con delle ottime mappe concettuali, regala nozioni chiare e molto comprensibili a tutti sulla Bibbia.

venerdì 11 luglio 2014

Padre Sorge: la Chiesa di Papa Francesco

Ho ascoltato un intervento di padre Bartolomeo Sorge, a Piacenza il 3 luglio 2014, sulla nuova esperienza di Chiesa creatasi con Papa Francesco.

La Chiesa di Papa Francesco
Soltanto un anno fa- egli dice – la chiesa era prostata a terra: i giornali parlavano di pedofilia del clero, una piaga reale, segno della profonda malattia della chiesa e Papa Benedetto diceva proprio: “Io vedo una chiesa stanca".
Ma non bastavano tutti questi scandali, hanno cominciato a svolazzare i corvi…
Sono state gettate in pasto a tutti le miserie della banca vaticana, del riciclo di denaro di indubbia provenienza.
Ci mancava solo, oltre a tutte queste cose, che si dimettesse il Papa …
Quindi la situazione per la chiesa era veramente a terra.
Ma succede che dalla “fine del mondo” arriva un Papa nuovo.
In tre giorni le cose cominciano a cambiare e dopo un anno siamo di fronte  al fenomeno Bergoglio: 
grande evento mediatico, uomo dell’anno…
Come si spiega tutto questo?
Dove nasce la forza di questo Papa?
Bartolomeo Sorge trova una risposta.
La trova in una delle domande, con relativa risposta, rivolta da Scalfari su Repubblica al Papa.
Scalfari premette questa considerazione:
“Santità, io sono affascinato da Gesù Cristo per le cose belle e sublimi che ha fatto e che ha detto.
Però da questa ammirazione pensare che un uomo sia Dio mi risulta difficile.”
Poi la domanda:
“Santità, come ha fatto lei a riconoscere che Gesù è il figlio di Dio?”
Il papa, nella sua risposta, distingue tra due nodi di conoscenza:
conoscenza razionale e conoscenza relazionale.
Quest’ultima è proprio la conoscenza del cuore.
Sorge, anche nel suo ultimo libro, esemplifica bene queste considerazioni e nella conversazione ha così espresso il concetto:
“Quando il bambino nasce non sa nulla, possibile che debba aspettare il tempo della ragione per conoscere le cose razionalmente.
Cosa fa allora? Conosce con il cuore, impara da ciò che gli dice la mamma.
Coma fa quindi a conoscere?  Si fida della mamma.
Quindi la conoscenza relazionale è quella basata sulla fiducia. Anche a scuola il bambino impara dalla maestra e dice “me lo ha detto la maestra”.
Perciò conosce attraverso una mediazione. Il maestro, il professore è esperto e mi fido di lui. Ecco la conoscenza relazionale.”
Ragion per cui le due conoscenze secondo Papa Francesco non sono alternative, ma strettamente congiunte.
Bergoglio dice che quando ha letto il vangelo e ha sentito le cose che diceva Gesù di Nazaret e ha visto i segni che faceva, ha capito che lui è esperto di Dio.
Crede perché ha intuito e compreso  che Cristo è veramente esperto di Dio.
Ecco quindi la conoscenza relazionale di cui parla Papa Francesco che è alla radice della fede cristiana.
L’altro aspetto importante di Cristo, secondo Papa Francesco, è che mentre parlava, affascinava
Perché da lui usciva una potenza.
Un concetto che si esprime bene con la parola greca “exusia”, che il Papa riprende, un termine di valore giuridico che non indica soltanto la possibilità di diventare figli di Dio, ma indica il diritto, la forza, il coraggio, di diventare figli di Dio.
Quindi per Papa Francesco questa parola significa avere Dio nel cuore, sentire la potenza di questo messaggio.
L’esperienza di Papa Bergoglio, di avere Dio nel cuore, padre Sorge dice di averla provata a Palermo come direttore del Centro Arrupe, dove ha visto in faccia la mafia.
In questo contesto diceva: “non possiamo sostituirci allo stato, ma abbiamo il Vangelo”.
L’esperienza che ha fatto di fronte alla criminalità organizzata è questa: “Il Vangelo è vero”.
La mafia ha ucciso padre Puglisi perché ha avuto paura del Vangelo.
Il Vangelo estirpa alla radice la cattiveria dell’uomo
“Nel fenomeno Bergoglio riprovo nel cuore – dice Sorge - la stessa luce che mi ha animato a Palermo”.
Papa Francesco è tutto qui: vive il Vangelo perché è vero e spinge la chiesa a seguirlo.

Società senza padre
E’ un altro aspetto presente nell’ultima fatica letteraria di padre Sorge “Gesù sorride. Con papa Francesco oltre la religione della paura”
La società senza padri è una lettura presa dai sociologi, dagli studiosi di antropologia culturale.
Un pensiero che è esploso dopo le ideologie di massa dell’ottocento e del novecento, pensiamo al marxismo, al liberismo, ma anche alla terza via cattolica derivante dalla dottrina sociale della chiesa.
Questi pensieri sono falliti.
Il comunismo, o socialismo reale è rimasto sotto le mura di Berlino nel 1989.
La crisi del 2007 ha sterminato il capitalismo finanziario e noi ne stiamo pagando drammaticamente il conto.
Anche la terza via cattolica è fallita: non esiste la possibilità dalla fede di dedurre un partito politico.
Infatti la fede illumina, ma la mediazione politica è laica.
Finite le grandi ideologie si è creato una specie di vuoto, è nato l’individualismo, il soggettivismo.
Questo ha avuto anche dei meriti come la valorizzazione dei diritti individuali, però, al tempo stesso, ha ridotto le relazioni interpersonali.
La persona umana è essere in relazione, ha la possibilità di amare di essere amato.
Ma la società moderna perdendo il padre ha perso anche la relazione tra i fratelli.
Quindi abbiamo perso la fraternità perché siamo tutti orfani del padre.
Papa Francesco è preoccupato di ridar il padre a questa umanità.
Bisogna ritrovare, prima di tutto, il padre nella religione.
Nel passato si è troppo diffusa l’immagine di un Dio giudice severo e la “religione della paura”.
Nel vangelo c’è invece  l’immagine del Padre misericordioso.
Il Dio del Vangelo vuole figli che amano e non che obbediscono a delle leggi.
Papa Francesco ripete continuamente questo tema della misericordia e dell’amore di Dio che ama tutti: credenti, non credenti e appartenenti ad altre fedi religiose.
Bergoglio vuole portare la Chiesa a vedere con gli occhi di Dio che non sono quelli del Diritto canonico.
Una Chiesa dunque in uscita che va in mezzo alla gente.
Il Papa, rimanendo nella piena dottrina, dice che dobbiamo dare priorità alla testimonianza della vita.
Non occorrono libri, la testimonianza la capiscono tutti: abbracciare e baciare un disabile è un gesto che fa comprendere tante cose.

Il papa dice abbraccio la “carne di Cristo” e questo vale molto di più di un trattato teologico sull’amore.

Il testo di Bartolomeo Sorge "Gesù sorride. Con papa Francesco oltre la religione della paura”, vuole proprio rileggere il pontificato di Papa Bergoglio cogliendone le ragioni più profonde.
Emerge proprio, da queste pagine, l’immagine del Papa come “profeta della fiducia” che ha smosso le fondamenta della “religione della paura”.
Un Papa che invita a superare la religione punitiva e severa riscoprendo l’Evangelii gaudium, il Vangelo della gioia.

lunedì 5 maggio 2014

Pensieri a margine dell'incontro "Salvaguardia del creato"

Ecco alcune delle considerazioni emerse dalla riflessione degli studenti sull'incontro realizzato con le classi terze ITAS.

"Dopo aver visto il filmato penso che se non facciamo qualcosa ci avviciniamo alla fine del mondo...." (Francesco)
"Mi ha fatto riflettere il percorso che subisce ogni prodotto di consumo. Tanti passaggi, a volte realizzati con materiale nocivo, fino ad arrivare al consumatore finale con dei rischi per la salute" (Luca)
"Dobbiamo pensare alla fine che fanno i rifiuti e i metodi che si usano per smaltirli. Però al di sopra di tutto vi sono delle grandi multinazionali più potenti degli stati..." (Marco)
"Anche per me è  emerso il potere dei grandi gruppi finanziari che inducono al consumo e il problema dello smaltimento dei rifiuti che sta diventando sempre più insostenibile" (Valentina)
"L'incontro è stato significativo perché si è sottolineata l'importanza di non consumare e che vi sono beni non riproducibili" (Antonio)
"Ci impegniamo a riciclare, a fare la differenziata però questo è troppo poco dinanzi all'immensità dei rifiuti.
Penso poi che l'acqua da bere potrà diventare il nuovo oro del futuro..." (Luca)
"Non ci rendiamo conto del prodotto che abbiamo davanti, magari appena acquistato, quale manodopera potrebbe esserci nascondersi sotto: sfruttata e malpagata..." (Francesco)
"L'incontro è stata un'esperienza costruttiva, anche il gioco ci ha fatto capire che nel mondo le risorse, se agiamo in maniera egoistica, prima o poi finiscono. Noi dobbiamo stare alle condizioni della Terra non lei alle nostre..." (Matteo1)
"Per me due sono gli interrogativi fondamentali sui quali stare sempre all'erta, il primo riguarda cosa fare se finiranno le risorse e l'altro è quello di dove riuscire a smaltire tutti i rifiuti." (Lorenzo)
"Sono uscito da questa riflessione con un cambio di mentalità. Ho capito perché le cose vanno male a livello globale. Il nostro mondo capitalista e consumista è frutto dello sfruttamento dei paesi più deboli e più poveri.
Una soluzione è quella di una spesa più consapevole con prodotti eco-sostenibili e a chilometro zero." (Giacomo)
"Mi ha preoccupato molto il problema della deforestazione sempre più senza controllo con un abbattimento enorme di alberi ogni giorno. Altra considerazione è quella che riguarda la ricerca di nuove fonti di energia rinnovabile. Inoltre lo sfruttamento del lavoro, con orari impossibili e sottopagati, è, a mio avviso, una nuova forma di schiavitù." (Andrea)
"Sistemi per produrre energia pulita ci sono già e molti sono in fase di sperimentazione... Ma perché non avviene un cambio radicale? E', per me, tutta una questione economica..." (Matteo2)



lunedì 28 aprile 2014

Salvaguardia del creato

“Salvaguardia del creato” è uno dei temi proposti dalla Caritas di Piacenza-Bobbio per le scuole del territorio.
Realizzato nell’arco di due ore, con due classi terze ITAS dell’Istituto Raineri – Marcora di Piacenza, è stato un valido aiuto per far riflettere gli alunni su alcune tematiche di grande importanza per il mondo come:
-        -  il concetto di risorsa (il valore intrinseco, la limitatezza e l’importanza come bene per le generazioni future);
      - l'uso e l’abuso delle risorse e le conseguenze (inquinamento, rifiuti, cambiamenti climatici, guerre);
     - l'impoverimento della terra e delle persone, ecc); 
      - la responsabilità verso il creato nelle grandi religioni; 
      - responsabilità ambientale e nuovi stili di vita.

L’incontro guidato da Rita, operatrice Caritas, è iniziato con un gioco interessante per capire alcuni concetti legati alle problematiche ambientali.
ARRAFFA FAGIOLI
Il gioco vuole far comprendere:
-        -  i concetti di risorsa e di limite delle risorse;
-        -   l’ agire autonomamente e razionalmente senza essere influenzati dal comportamento del gruppo;
-        -   l’imparare ad accordarsi con gli altri; partecipare, esprimere opinioni e confrontare i reciproci punti di vista.
Si dispongono 5-6  giocatori intorno a un tavolo e i rimanenti alle loro spalle come osservatori. Sul tavolo si mettono a disposizione dei giocatori 2n+2 fagioli, la posta in gioco (se i giocatori, indicati con n, sono 5, i fagioli saranno 12).
Si leggono insieme le regole del gioco (meglio se sono scritte su un cartellone): vince chi raggiunge 2n+4 fagioli (es.: 14 f) scegliendo la strategia più opportuna.
AI "Via" del conduttore ciascun giocatore cercherà di prendere i fagioli.
Allo "Stop" verrà raddoppiato il numero di fagioli rimasti sul tavolo senza superare la prima posta.
Il conduttore non può rispondere alle domande dei giocatori. Si verificherà che i giocatori al “via” si impadroniranno subito di tutti i fagioli: in questo caso il conduttore dichiarerà finito il gioco e ritirerà i fagioli senza dare spiegazioni, e poi inviterà i giocatori a riprovare. Rilette le regole, tra i giocatori può sorgere la necessità di una riflessione per arrivare ad accordi  per favorire il raddoppio dei fagioli e continuare a giocare.

 Su decisione del conduttore (per aver fatto un numero determinato di tentativi o per scadere del tempo), il gioco viene interrotto.
Debriefing:
I fase: Alla fine del gioco, qualunque essa sia, si inviteranno i giocatori, individualmente, a far emergere le impressioni e a motivare il proprio comportamento durante l'attività. Una "lettura" di quanto accaduto potrà anche essere richiesta agli osservatori.
II fase: Quale è stato il risultato del gioco? Come hanno interagito i giocatori? Come si sarebbe potuto concludere il gioco in alternativa? Che cosa ha facilitato e che cosa ha ostacolato il raggiungimento dell'obiettivo per ciascun giocatore? E per tutti i giocatori insieme?
III fase: Si invitano quindi i giocatori a riflettere sulle possibili analogie con la realtà (ad es.: fagioli = risorse; dinamiche tra i giocatori = modalità di approccio con le risorse). Lo sfruttamento egoistico e illimitato (che corrisponde all’ "arraffare" i fagioli) delle risorse impedisce il loro rinnovo e porta all'esaurimento delle stesse, mentre solo l'utilizzo limitato e rispettoso delle capacità rigenerative della natura garantisce beneficio per tutti per lungo tempo: è indispensabile un'autolimitazione e un'autoregolamentazione per evitare di giungere al punto di non ritorno (quando cioè finisce il gioco senza vincitori).
Il gioco realizzato con  gruppi di cinque alunni ha portato a riflettere su queste dinamiche, facendo emergere che le risorse si moltiplicano e sono a disposizione di tutto il mondo solo se non c’è questa corsa ad “arraffare” in modo egoistico…

LA STORIA delle COSE di Annie Leonard
E’ il titolo del video proposto nell’incontro.
Si tratta di un filmato molto diffuso sul web che ha ottenuto quello che viene definito un successo silenzioso.
E’ stato realizzato dall’ex-attivista di Greenpeace Annie Leonard che lo ha postato su YouTube nel 2007.  
Il video illustra attraverso le spiegazioni di Annie e con disegni elementari i punti deboli del sistema capitalistico che il sistema da noi creato è andato consolidando.
Annie Leonard dimostra come un “sistema lineare” come il nostro sia inattuabile in un pianeta “chiuso” o per meglio dire limitato.
Il video ha creato non poche polemiche negli Stati Uniti dove circa 7.000 scuole ne hanno ordinato il dvd per farlo vedere agli allievi.
L’analisi è dettagliata e spiega come la concatenazione di estrazione-lavorazione-distribuzione-consumo-smaltimento sia ricche di motivazioni-conseguenze politico-economiche e soprattutto ambientali.
Persino l’opzione del riciclaggio viene presentata come inefficace e si propongono nuovi modelli quali la sostenibilità, produzioni a ciclo chiuso, Energia Rinnovabile, gruppi di acquisto solidale.
Si tratta di un buon punto di partenza per riflettere e pensare al futuro che stiamo lasciando alle prossime generazioni.



Si è riflettuto poi su interessanti spot …



Un incontro molto stimolante che penso possa far scaturire ulteriori considerazioni che aspetto nei commenti...


domenica 20 aprile 2014

Le vere foto del viaggio di Chris in Into the wild

Da Panorama.it le vere foto di Christopher McCandless, protagonista del romanzo e del film Into the wild. Ora un libro fotografico raccoglie le immagini che ha scattato nel corso del suo viaggio nelle terre selvagge, prima di morire. Eccone alcune...

Lo zaino di Chris contenente tutto quello che ha, Stampede Trail, 28 aprile 1992

Chris trova i palchi di un alce, vicino al bus, 4 maggio 1992

Chris indica la sua destinazione, Montagne della Sierra Nevada, 21 luglio 1990

Chris con Wayne e Gail, due amici incontrati lungo la strada, Carthage, Sud Dakota, marzo 1992



Chris davanti al suo magic bus,  3 luglio 1992



Back the Wild, il libro fotografico che raccoglie le testimonianze di Christopher McCandless






domenica 6 aprile 2014

Frasi e dialoghi da Blood Diamond

Blood Diamond – Diamanti di sangue, film americano del 2006 con Leonardo DiCaprio, regia di Edward Zwick.

Significativa è le frase del Colonnello Coetzee (Arnold Vosloo) sul legame alla terra africana.
Danny, dammi la mano. Questa terra rossa ce l'abbiamo nella pelle. Gli Shona dicono che il colore viene dal sangue sparso combattendo per questa terra. È casa nostra: tu non lascerai mai l'Africa.

Dinanzi al campo profughi della Guinea. Così si esprime Maddy Bowen (Jennifer Connely) giornalista americana.
Ecco come sono un milione di persone tutte insieme. Al momento è per dimensioni il secondo campo profughi d'Africa. Forse il mondo lo vedrà per un minuto sulla CNN, tra una notizia sportiva e il meteo.

Danny Archer (Leonardo DiCaprio) spiega alla giornalista Maddy Bowen (Jennifer Connelly) il destino dei diamanti insanguinati.
Archer: Io prima contrabbando le pietre oltre confine, dopo i compratori locali le passano ad un compratore a Monrovia.
Maddy: Continua…
Archer: Lui corrompe i doganieri e certifica che i diamanti sono stati estratti in Liberia e che quindi possono essere legalmente esportati. Ora, una volta arrivati ai compratori di Anversa i diamanti
passano ai tavoli di selezione e nessuno più da domande. Quando poi arrivano in India le pietre sporche vengono mescolate con pietre legali, provenienti da tutto il mondo e, a quel punto, diventano diamanti come tutti gli altri.
Maddy: E la Van de Kaap lo sa tutto questo?
Archer: “Si, al mio arrivo a Londra incontro Simmons. Domanda e offerta, controlli l’offerta e mantieni la domanda alta. Dunque c’è un caveau sotterraneo dove tengono tutte le pietre che comprano per tenerle fuori dal mercato, così possono mantenere alto il prezzo. Se i ribelli vogliono invadere il mercato con dollari di pietre grezze, una società come la Van de Kaap, la quale afferma che sono rare, non può permettere che questo accada. Specialmente quando chiede ad un povero scemo di sborsare tre mesi di paga per comprare un anello di fidanzamento. Tecnicamente parlando loro non finanziano la guerra, ma creano le condizioni per cui è meglio che la guerra continui. Mi sono spiegato?
Maddy: Si, e dov’è la mia prova?
Archer: Nomi, date, numeri di conto. Se pubblichi una parola di questa storia prima che consegni la pietra, io sono morto. Dopo che gliel’ho consegnata lascio il continente per sempre.
Maddy: E se non riesci a portare fuori il diamante?
Archer: Allora scrivi quello che ti pare, a quel punto sarò morto.

Dialogo con Benjamin Kapanay (Basil Wallace), maestro della scuola che accoglie gli ex ragazzi soldato.

Benjamin: Io conosco tutti i ribelli da quando erano bambini, il comandante locale ha ancora paura che io lo mandi in castigo dietro la lavagna.
Archer: E lei crede che, viste le vostre buone intenzioni, vi risparmieranno?
Benjamin: Il mio cuore mi dice che le persone, in fondo, sono buone. La mia esperienza suggerisce il contrario. Mi dica come la vede lei, Mr. Archer? Nella sua carriera di “giornalista” ha trovato che le persone sono in fondo buone?
Archer: No, Direi che sono solo persone.
Benjamin: Esatto. E’ quello che fanno che le rende buone o cattive. Un momento di amore, anche in un uomo malvagio, riesce a dare significato ad una vita: Nessuno conosce il cammino che conduce a Dio.

Dialogo tra Danny Archer e Maddy Bowen.
Maddy: Hai perso tutti e due i genitori?
Archer: E’ un modo carino di dirlo. Mamma fu stuprata e uccisa. Papà fu decapitato e attaccato a un gancio nel fienile. Avevo nove anni. Piangevo… A volte mi chiedo se Dio ci perdonerà mai per quello che ci siamo fatti. Poi mi guardo intorno e mi rendo conto che Dio ha abbandonato questo posto tanto tempo fa.

Monologo di Solomon Vandy (Djimon Hounsou)
Io capisco che i bianchi vogliono i nostri diamanti. Ma come fa il mio popolo a fare questo a se stesso?  Mio figlio è bravo. Quando diventerà grande e la pace arriverà, questo paese sarà un paradiso.

Dialogo memorabile tra Solomon e Danny Archer: due mondi e mentalità a confronto….
Solomon: Tu quanti anni hai?
Danny: Io? Trentuno.
Solomon: E non hai una moglie?
Danny: No.
Solomon: Niente figli?
Danny: No.
Solomon: E niente casa?
Danny: No.
Solomon: Però hai i soldi... Sì?
Danny: Sì, un po'.
Solomon: Ma non abbastanza.
Danny: No.
Solomon: Se prendi questo diamante avrai abbastanza soldi... Sì?
Danny: Sì!
Solomon: E allora avrai una moglie e dei figli.
Danny: Probabilmente no. No.
[Solomon ride]
Danny: Che c'è? Eh? Che c'è?
Solomon: Io non capisco.
Danny: Sì. Allora siamo in due, fratello.

Solomon dinanzi a suo figlio
So che ti hanno fatto fare cose cattive, ma tu non sei un ragazzo cattivo… Io sono tuo padre e ti voglio bene e tu ora verrai a casa con me e sarai mio figlio.

Una delle scene finali, quando Danny ferito gravemente chiama Maddy al cellulare
Maddy: Pronto? Maddy Bowen.
Danny: Ciao. Credevi che non ti chiamassi, eh?
Maddy: Sono così felice che tu l'abbia fatto. Ehm... e quando ci vediamo?
Danny: ...Maddy, vorrei che tu mi facessi un altro favore, eh?...Dovresti andare incontro a Solomon. A Conakry.
Maddy: In Guinea? Perché vuoi che vada in Guinea?
Danny: ...Abbiamo trovato suo figlio... devi dargli una mano. Hai capito? Maddy...
Maddy: Sei ferito. Sei ferito?
Danny: Sì, be', ho qualche problema.
Maddy: Ok. Tu... tu dimmi dove ti trovi. Archer?
Danny: ...Ho un panorama incredibile davanti agli occhi... vorrei che fossi qui, Maddy.
Maddy: Ok. Allora vengo subito da te. Devi solo dirmi dove ti trovi.
Danny: ...Non è il caso.
Maddy: Sei ancora a Kono? Perché se è così ti mando subito qualcuno.
Danny: Maddy, devi trovare un posto sicuro per quel ragazzo, d'accordo? Cerca di tenerlo nascosto. Fai in modo che Solomon arrivi a Londra. Lui porta qualcosa con sé, ma, ma gli servirà il tuo aiuto.
Maddy: Ma perché non l'hai portato tu?
Danny: Hai visto? Hai una vera storia adesso... sai che articolo scriverai... È stato bello conoscerti. Lo sai, vero?
Maddy: Sì, io... è stato molto bello anche per me. E vorrei tanto poter essere lì con te.

Danny [Ultime parole]: Sì, lo so... ma io sono esattamente dove è giusto che mi trovi. [Danny aggancia il telefono, e muore poco dopo mentre il sole tramonta]