venerdì 27 novembre 2015

Rabindranath TAGORE: Prose, Poesie e Pensieri

Rabindranath Tagore nacque a Calcutta il 16 maggio 1861 dove morì il 7 agosto 1941.
Grande poeta e scrittore di estrazione e cultura indiana.
La sua opera letteraria è molto ricca, ha lasciato una cinquantina di raccolte di poesie, una trentina di opere drammatiche, una dozzina di romanzi, una decina di raccolte di novelle, una decina di opere filosofiche, una decina di volumi di lettere, almeno 200 saggi di genere religioso, filosofico, letterario, pedagogico, storico, scientifico, socio-politico, nonché altre opere di genere vario.
Tagore, attraverso questa sua mole di lavoro, reinterpreta in modo personale le forme più alte della riflessione e cultura indiana, integrandole con idee e aspetti positivi della civiltà occidentale.
Da un’analisi dei suoi, scritti, emerge il motivo ispiratore di tutta la sua attività nel manifestare la relazione dell’uomo con l’infinito, inoltre, attraverso le sue meditazioni, esprime la sua delicata sensibilità per i problemi umani.
Il suo pensiero accoglie tutte le religioni orientali e occidentali con pari dignità.
Si muove dall'amore della natura e di Dio verso un realismo spirituale e un umanesimo universale.
E' da mettere in evidenza che il realismo di Tagore è libero dal crudo materialismo; il suo misticismo va , inoltre, al di fuori da quella spiritualità falsa che si ritira dagli impegni umani.
Si può dire che nella sua filosofia di vita ha cercato una conciliazione tra induismo e monoteismo cristiano.
Per Tagore Occidente e Oriente devono ritrovare la piattaforma comune di una religione universale fondata sull'uomo.
Il testo "Prose, Poesie e Pensieri" è una sintesi molto efficace della sua concezione esistenziale.
Analizzando l’indice si può comprendere la vastità dei temi affrontati:
la verità, il mistero dell’uomo, il problema religioso, la libertà e l’etica, l’educazione, la scienza e il lavoro, l’arte, l’amore …
Mi voglio soffermare su alcune riflessioni, secondo me più significative, che emergono da questa lettura.

La vita e la sua essenza
In queste pagine sottolinea la grandezza dell’esistenza che è unita dall’ideale creativo, credere in questo da senso pieno e più autentico all’essere.“Nessuno è mai stato in grado di darci una definizione esauriente della vita, perché questa in ogni momento trascende le sue parti e, per un mistero, consiste in qualcosa di più di quanto risulta dal farne l’analisi.
Non si risolve in una semplice somma complessiva del carbonio, dell’azoto e di altri ingredienti che si possono inghiottire col cibo.
La vita è un continuo processo di sintesi e non di addizioni.
Le nostre attività di produzione e di godimento del benessere raggiungono lo spirito di completezza quando sono unite dall’ideale creativo; in caso diverso presentano il folle aspetto dell’eterno incompiuto.
Allora diventano simili a locomotive, che corrono su linee ferroviarie senza stazioni e si avviano velocemente verso una collisione di forze incontrollate e una improvviso quanto del macchinario troppo sollecitato”
Interessante questa riflessione con il paragone della locomotiva che risulta incontrollata senza il principio unitario di creaturalità.

Essenzialità della religione
In questa parte si evidenzia ancor meglio il precedente concetto.
“La bellezza del fiore è ineffabilmente più grande delle parti che lo costituiscono.
Non è la grandezza di estensione, ma una vivissima armonia che richiama in noi il senso positivo dell’infinito nella nostra gioia, nel nostro amore.
L’infinita Unità è infinito Amore.
La vera realizzazione spirituale non avviene attraverso l’aumento del possesso nella direzione della dimensione o del numero.
La verità, che è infinita, risiede nell’ ideale di unità che troviamo nelle relazioni quando sono profonde.
Il particolare atteggiamento mentale riguardo alla religione proprio nell’India risulta chiaro dalla parola Yoga, il cui significato sta nell’effettuare l’unione.
Questa ha la sua espressione nel regno non dell’avere, ma in quello dell’essere”.
Riflessione che ho trovato molto interessante e che si accomuna al pensiero di Fromm (avere o essere?)

La libertà
“Soltanto colui che idealmente ama la libertà ha la libertà ed è felice di portarla agli altri”
Questo è il principio riassuntivo del pensiero di Tagore che si fonda sul rispetto e l’amore verso gli altri.
“Chi non crede alla libertà degli altri, perde il suo diritto morale verso di essa.
Prima o poi è attratto nella rete del servilismo morale e fisico”.
Una bella poesia sottolinea questi concetti.
“Cielo senza limiti
Che l’onore mi giunga da Te
col richiamo a qualche compito disperato,
nello splendore di un acuto dolore.
Non mi cullare in sogni languidi,
scrollami dal servilismo e dalla polvere,
dalle catene che imprigionano la nostra mente
e rendono inutile il nostro destino,
dall’irrazionalità che sottomette il nostro onore
all’indiscriminato piede dei dittatori;
e alza la nostra testa
nel cielo senza limiti,
nella luce generosa,
nell’ aria della libertà”.
Per l’autore, la libertà dell’uomo e il suo compimento sono nell' amore, che, con altro nome, è la perfetta comprensione.

Civiltà moderna
“La società soffre per un profondo sentimento d’infelicità non tanto quando si trova in povertà materiale, bensì quando i suoi membri sono privati di larga parte della loro umanità”
Quindi qui si sottolinea il primato dell’uomo.
Inoltre, sempre in questo testo, ho trovato una interessante analisi della “civiltà” occidentale.
“Ho visto che l’Occidente godeva della vita, ma non era veramente felice.
La mentalità dell’Occidente è quella di una comunità schiavista in cui una moltitudine di uomini mutilati è legata al suo monotono lavoro commerciale e politico.
E’ la mentalità della reciproca diffidenza e del timore.
Le terribili scene di disumanità e di ingiustizia, che stanno diventandoci familiari, sono il risultato di una psicologia che tratta il terrore.”Un’analisi spietata della realtà con riflessioni di estrema attualità.


mercoledì 4 novembre 2015

Gibran: Il Profeta

Pochi libri hanno avuto un impatto così profondo sul pubblico
giovanile occidentale come "Il Profeta" di Gibran.
Questo autore, nato in Libano, ma Americano di adozione,
nel 1923 pubblica, a mio giudizio,
un piccolo capolavoro della letteratura mondiale.
Molti si domandano: come un libro che,
in quanto a complessità della trama,
è di una semplicità estrema,
possa essere divenuto un capolavoro della letteratura internazionale?
La risposta è alquanto facile:
“Il Profeta” è un libro che fa riflettere.

La trama è molto lineare: Almustafa, il profeta, ha trascorso
vari anni di riflessione e meditazione nella cittadina di Orfalese.
All' inizio del libro ritorna la nave che
lo riporterà in patria, è giunto così per
il profeta il momento di abbandonare Orfalese
e la sua gente che lo aveva accolto anni prima così amabilmente.
Quindi, prima di andarsene,
Almustafa decide di lasciare un dono a quella brava gente:
egli risponderà a qualunque loro domanda.
Da questo punto ogni capitolo del libro
è una risposta alle incalzanti domande
degli abitanti di Orfalese;
chi gli domanda di parlar loro della vita,
chi vuole sapere cosa egli pensa dell'amore,
chi vuole sapere da lui perchèé si debba soffrire,
cosa sia il dolore, il delitto ed anche la gioia,
ed Almustafa, il profeta, l'eletto risponde loro con il suo amabile sorriso.
Ogni sua risposta è una pillola di saggezza,
un buon consiglio da seguire per
vivere in tranquillità ed in pace con se stessi.
In questo libro, lievemente venato di tematiche
New Age ante-litteram,
si trova una risposta per molte delle domande
che affollano la nostra, spesso troppo caotica, vita di tutti i giorni.

Ispirazione
Tra le fonti de il Profeta sono stati identificati
il poeta filosofo americano Ralph Emerson,
l'induismo, il buddismo e il misticismo islamico.
Ma il debito maggiore Gibran lo deve a
Nietzsche di "Così parlò Zaratustra"
e alla tradizione letteraria cristiana
e in particolare alla Bibbia,
dal cui lessico Gibran attinse a piene mani.

Stile
Continuamente in bilico tra il sermone e il proverbio,
la sua prosa poetica è fondata
su similitudini naturali e visioni che
conferiscono al testo uno strano fascino e una grande suggestione.

Valore dell'opera
E' un libro che va bene per tutti i gusti,
chi vuole degli spunti per dibattiti filosofici ed esistenziali li avrà,
chi vuole un libro che gli possa trasmettere
delle sensazioni e dei sentimenti non deve fare altro che leggerlo.
Il Profeta è un libro per chi vuole riflettere.
Ciò che appare chiaro e lampante
è che per meditare non servono asettiche parole o
discorsi pomposi privi di anima,
basta solamente tanta semplicità e umiltà.
E' questo che emerge dalla lettura.

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Pensieri da conservare
Il Profeta è un libro da tenere sempre con sé infatti, se letto in particolari momenti,
può aiutarti a superare determinati stati d'animo,
così come solo i pensieri e i consigli nati dalla semplicità sanno dare...
"Quando siete felici,
guardate nel fondo del vostro cuore
e scoprirete che è proprio ciò che vi
ha dato dolore a darvi ora gioia.
E quando siete tristi, guardate ancora
nel vostro cuore e saprete di piangere
per ciò che ieri è stato il vostro godimento.
Alcuni di voi dicono:
"La gioia è più grande del dolore",
e altri dicono:
"No, è più grande il dolore".
Ma io vi dico che sono inseparabili.
Giungono insieme, e se l'una siede con
voi alla vostra mensa, ricordate che
l'altro è addormentato nel vostro letto."