sabato 8 aprile 2017

Giochi di Gruppo con Africa Mission


Le operatrici Valeria e Marcella hanno saputo coinvolgere gli studenti con tecniche di animazione di gruppo.

Ecco un gioco proposto che fa riflettere i giovani sulla distribuzione delle risorse.

Anche il Direttore di Africa Mission Carlo Ruspantini ha portato il suo saluto ai giovani dell'ITAS.
Carlo Ruspantini tra gli studenti Itas

Gioco Banchetto Mondiale
Scaletta
v  Raggruppare sedie al centro
v  Cartellini negli angoli
v  Introduzione gioco: partecipanti rappresentano popolazione mondiale
v  Divisione in gruppi
v  Correzione
v  Sedie
v  Correzione
v  Cartellini cibo distribuiti per tipo
v  Correzione di tutti i cartellini
v  Riflessione

Materiale
v  Scotch
v  Cartellini (aree e alimenti)
v  Scheda gioco 

Distribuzione della Popolazione
I partecipanti devono dividersi in gruppi in base alla loro percezione della distribuzione della popolazione nelle aree geografiche prestabilite: Europa, Africa, Sud America, Asia, Pacifico e Oceania, Nord America.
Una volta avvenuta la loro divisione, si confronta con la reale proporzione popolazione/partecipanti e vengono ridistribuiti in caso non combacino.

Distribuzione della Popolazione: Riflessioni
v  Europa: 10.5%, con 739.
v  Africa:  15%, con1.044.
v  Asia: 61%, con 4.220.
v  Nord America:  5%, con 347.
v  Sud America:  8.5%, con 591.
v  Totale:  6.941

  


Distribuzione della Ricchezza
In base al numero dei partecipanti viene messo a disposizione un certo numero di sedie. Quest’ultime rappresentato la ricchezza. Ogni gruppo deve decidere quante sedie prendere in base alla loro percezione della ricchezza dell’area geografica che rappresentano.
Quando ogni gruppo ha preso il numero di sedie scelte, vengono fatte le correzioni di dovere (se necessarie) e vengono forniti i dati reali. NB: i membri dei vari gruppi devono sedersi sulle sedie assegnate.

Distribuzione della Ricchezza: Riflessioni
v  PIL Europa: 18.799.894 US$
v  PIL Africa: 1.594.777 US$
v  PIL Asia: 11.641.426 US$
v  PIL Nord America: 17.506.458 US$
v  PIL Sud America: 3.632.841 US$



* Nota bene: per realizzare questa attività dovrà essere considerata sempre almeno 1 sedia per l'Africa,
anche se la tabella di riferimento indica zero. Per attribuire il valore di 1 sedia all’Africa dovrà essere tolta 1 sedia al continente con più sedie. Spiegare ai partecipanti questa circostanza.

Distribuzione del Cibo
Vengono messe a disposizione dei gruppi delle tessere. Queste rappresentano in totale dodici ciotole di riso, otto forme di pane, due litri di latte, venti tazze di tè, dodici succhi di frutta, dieci fette di carne e undici ciotole di fiocchi di cereali. Si ripete lo schema dei passaggi successivi: ciascun gruppo decide cosa crede che l’area geografica rappresentata abbia in relazione agli altri.
In seguito viene fatta una riflessione sulla distribuzione del cibo a confronto con l’idea del gruppo.

Distribuzione del Cibo: Riflessioni
v  Quali sono le impressioni dei gruppi/singoli sull’attività? Quali sono le differenze riscontrate? Che cosa hanno provato i partecipanti? Riflessione su disuguaglianza e ingiustizia.



Europa
Africa
Asia, Pacifico e Oceania
Nord America
Sud America
Totale
Riso
2
/
7
2
1
12
Pane
3
/
2
3
/
8
Latte
1
/
/
1
/
2
6
/
8
6
/
20
Succo di Frutta
6
/
/
6
/
12
Carne
4
/
2
4
/
10
Cereali
2
1
5
2
1
11





La storia di Africa Mission

Nell'incontro con le classi ITAS Piacenza, Africa Mission ha presentato la sua storia che si innesta nelle vicende della cooperazione made in Piacenza.











Africa Mission - ITAS Piacenza

Nei giorni dal quattro all'otto aprile 2017 due operatrici di Africa Mission, Valeria e Marcella, hanno incontrato le classi prime e seconde dell'ITAS Piacenza.
Sono stati momenti interessanti e ricchi di spunti di riflessione.

Valeria e Marcella
Anche attraverso tecniche di gruppo con giochi sulla mondialità, i giovani hanno scoperto tematiche significative che vanno dalla cooperazione internazionale alla distribuzione dei beni sulla terra.
Ecco le slide che riguardano questo tema













TRASHED Verso rifiuti zero


Il film  documentario Trashed, una produzione Blenheim Films, prodotto e diretto dalla regista britannica Candida Brady, ha ricevuto una proiezione speciale al Festival di Cannes 2012.
Il protagonista, Jeremy Irons, vuole proporci l'enorme problema dei rifiuti sul nostro pianeta.
Nel documentario Irons viaggia in tutto il mondo testimoniando la distruzione di luoghi bellissimi, ormai irrimediabilmente contaminati dall’inquinamento.
Si tratta di un percorso investigativo, realizzato con precisione di informazioni e coraggio della denuncia.
I sentimenti che vuole suscitare il filmato passano dallo scetticismo e dal dolore ad un sentimento di speranza.
Il film di Brady è accompagnato dalla partitura musicale originale creata dal compositore premio Oscar Vangelis.


Stralci dall'intervista a Jeremy Irons
"Il film parla del termine, oggi molto in voga, “rifiuti zero”. Realisticamente quanto possiamo avvicinarci a questo obiettivo? Qual è il nostro traguardo più importante: ridurre il nostro ciclo dei rifiuti o adottare dei modi più sensibili di gestire i nostri rifiuti?
San Francisco ha raggiunto quest'anno l'80% di raccolta differenziata, o “rifiuti zero”. New York, invece, che produce il 1,5% dei rifiuti totali del pianeta ricicla attualmente solo il 15%. Il governo statale e quello federale dovrebbero adoperarsi per una legislazione che faccia una seria politica di gestione dei rifiuti in tutto il paese. Nel Regno Unito vi è una situazione analoga, con le politiche di gestione dei rifiuti che cambiano di città in città. Credo che la maggior parte delle persone sia pronta a collaborare nella riduzione dei rifiuti, ma per incoraggiarle la politica nazionale dovrebbe essere chiara, e coerente e cercare di coinvolgere tutti.

Anche all'interno di una grande metropoli come Londra vi è un'enorme discrepanza tra le politiche comunali. Credo che debba essere progettata e realizzata un'iniziativa di portata nazionale nella gestione dei rifiuti, che non vanno bruciati o seppelliti. Va invece promossa una la loro riduzione, accompagnata dal riciclaggio. Quest'epoca, in cui soffriamo un aumento della disoccupazione, potrebbe essere il momento ideale per la creazione di un settore nuovo, che potrebbe essere redditizio, creando anche nuovi posti di lavoro. Se riuscissimo a diventare leader nella tecniche di riciclaggio questa esperienza potrebbe essere esportata in tutto il mondo.
Come singoli consumatori quanto siamo responsabili di questi problema globale dei rifiuti? Oppure la responsabilità è tutta da addossare ai politici, alle autorità e ai leaders del settore?
Il problema riguarda tutti noi e la responsabilità è collettiva. Siamo tutti informati ed è il momento di essere arrabbiati oppure di provare vergogna per noi stessi. I nostri politici devono fare quello per cui sono stati votati.
Devono fare gli interessi veri di chi li ha eletti. Devono organizzare un sistema che sia capace di ridurre la quantità di rifiuti che produciamo, sia a livello domestico che a livello industriale, e dovrebbero lanciare una campagna per incoraggiare il riciclo. La popolazione, e in particolare i nostri figli, hanno bisogno di essere educati al problema dei rifiuti. Ad esempio, l'uso di un sacchetto di plastica è sensibilmente aumentato nell'ultimo anno nel Regno Unito. Se si fosse saputo che c'era la possibilità che quel sacchetto di plastica sarebbe “ritornato” nel vostro cibo, la gente avrebbe pensato due volte prima di usarlo. A differenza di tanti problemi che affliggono il pianete questo è quello più facilmente superabile."

Il film
Emblematico è l'inizio del film Con Jeremy Irons seduto su una montagna di rifiuti.
Siamo su una spiaggia vicino all'antica città libanese di Sidone, nel pieno del Mediterraneo a poca distanza dai mari di Egitto, Grecia e Italia...
L'immagine è devastante.
Siamo di fronte a rifiuti medici e domestici, di liquidi tossici e animali morti, risultato di 30 anni di consumo di una città come ce ne sono tante nel mondo.
Ogni giorno, nuovi carichi di spazzatura vengono scaricati in alto, mentre i detriti e il percolato cadono in basso, nelle acque del Mediterraneo.
Circondato da una vasta colonia di bottiglie di plastica abbandonate, Jeremy Irons fissa l'orizzonte ed esclama: "Spaventosa!"
Nel film Jeremy viaggia in tutto il mondo testimoniando la catastrofe che potrebbe realizzarsi...
La bellezza del nostro pianeta visto dallo spazio forma un contrasto violento con le scene di detriti sparsi ormai in tutto il mondo.
Queste sono le scene che vengono raccontate dal documentario:
"Vastissimi paesaggi in Cina sono coperti da tonnellate di spazzatura; le acque del fiume Ciliwung, in Indonesia, sono ormai appena visibili, a causa di una marea di plastica che le copre: i bambini nuotano tra masse putride di sacchetti; le madri lavano i panni nel filtro delle fogne.
Ogni anno buttiamo via 58 miliardi di bicchieri usa e getta, miliardi di sacchetti di plastica, 200 miliardi di bottiglie d'acqua, miliardi di tonnellate di rifiuti domestici, tossici ed elettronici.
Li compriamo, li seppelliamo, li bruciamo e poi li ignoriamo.
Qualcuno pensa a che cosa succede a tutti i rifiuti che produciamo?
Continuiamo a produrre e a utilizzare cose che non si degradano."
Jeremy nel film assurge a figura di guida per farci comprendere gli effetti devastanti dell'inquinamento sul nostro pianeta, egli vuol farci scoprire  cosa veramente succede a quei miliardi di tonnellate di rifiuti che vanno dispersi ogni anno.
Su una barca nel Pacifico settentrionale, l'attore affronta la realtà della grande Pacific Garbage Patch e l'effetto provocato dei rifiuti di plastica sulla vita marina.
"Scopriamo che le diossine clorurate e altri inquinanti artificiali organici persistenti sono attratti proprio dai frammenti di plastica.
Questi sono poi mangiati dai pesci, che così assorbono le tossine.
Noi poi ci nutriamo di questo pesce, accumulando così prodotti chimici tossici nel nostro corpo, già gravato dall’inquinamento."

Pensiamo di più all'ambiente
Jeremy insieme con la regista Candida Brady ha fatto, con questo film, un lavoro eccellente.
“Abbiamo fatto questo film perché ci sono tante persone che sentono il bisogno urgente di affrontare il problema dei rifiuti e della sostenibilità - dice Irons - C'è bisogno che questo fastidioso argomento sia compreso e condiviso dal maggior numero possibile di comunità in tutto il mondo per cercare insieme le soluzioni migliori.
In questo i film possono giocare un ruolo importante, educando la società, e portando anche argomenti così 'difficili' a un pubblico il più ampio possibile.
Pensiamo ad esempio a Un Inconvenient Truth di Al Gore.
Lo si ama o lo si odia, ma tutti ne hanno sentito parlare.
I film hanno il potere di arrivare a tutti, ci toccano a livello emotivo e ci spronano all’azione”.
Candida Brady ha trascorso più di due anni nella ricerca e nella realizzazione di Trashed, ma la regista si è occupata del problema di rifiuti e di tematiche ambientali per gran parte della sua vita.
“In quanto asmatica dalla nascita, mi sono sempre interessata agli effetti dell'inquinamento – spiega Brady - Ma è stato l’incontro con un medico ambientale (che mi ha salvato la vita) a farmi aprire gli occhi sugli effetti che l'ambiente ha sulla nostra salute.
Quando ero giovane ero l'unica ragazza con un inalatore, oggi il numero di ragazzi che lo hanno è cresciuto vertiginosamente”.

Verso lo spreco zero
Il viaggio di Jeremy in mezzo ai tanti disastri sul pianeta non vuole essere però una lamentosa denuncia senza soluzioni.
Il documentario vuole proporci delle vie d'uscita.
Jeremy incontra persone che hanno cambiato la loro vita e che oggi non producono quasi più nessun rifiuto.
Il film denunciando con forza la grande economia mondiale, vuole stimolare una legislazione anti-rifiuti.
Presentando delle realtà che cercano di vivere senza sprechi il film vuole dirci che il cambiamento è essenziale ed è già partito.

Quindi nel complesso, a mio avviso, siamo di fronte ad un film che è uno sprone per passare dalla realtà inquinante degli inceneritori e affini,  verso la nuova civiltà dello spreco zero.