domenica 31 dicembre 2017

BUONA ADOLESCENZA! - Lettera di Daniele Novara


   Ragazzi, ecco come vivere con coraggio l'adolescenza
   Viaggia
- Inizia a conoscere i tuoi limiti e le tue risorse nell’avventura
del viaggio, nello spostamento per conoscere nuove città, lingue
diverse, altre persone. Non perdere queste occasioni. Convinci i tuoi
genitori. Digli che non sono capricci e che il viaggio conta come
andare a scuola. Forse di più.
    Vivi le relazioni
- Non isolarti. Le relazioni aumentano le tue possibilità. L’indice sociale nel concreto della vita è più importante del quoziente intellettivo. I rapporti che costruisci resteranno. Le amicizie potranno perdersi ma tu avrai imparato a interagire con gli altri, a dare e a prendere, a comunicare e a gestire i tanti conflitti che si creano. Un vantaggio enorme per affrontare le mille sfide che ti aspettano.
  Lavorare stanca, ma fa crescere
- Appena puoi, appena un’occasione te lo consente, fai un’esperienza di lavoro. D’estate è l’ideale. Non arrivare a 25 anni senza aver mai lavorato. Si
impara da ragazzi a farlo. Metti questa esperienza nel tuo curriculum. Non stare ad aspettare che tutte le pedine siano al loro posto. Provaci subito.
   Giocare su un prato è meglio che su videoschermo
- Non farti fregare. Usare la realtà virtuale è comodo: videogiochi, siti web, contatti anonimi. Ma se ti lasci prendere troppo, ti trovi improvvisamente senza radici stabili, perso in un mondo che ti sembra vero ma che è solo apparenza.
  Impara
- La facilità con cui si impara in questa tua età non tornerà più. Sfrutta al meglio questo momento. Le lingue anzitutto. Il nostro caro italiano all’estero serve poco. E poi la musica, lo sport, le competenze tecnologiche, l’affettività e la sessualità. E non snobbare lo studio scolastico. Tutto questo ti resterà per sempre.
     Leggi
- L’eccesso di immagini spegne l’immaginazione. Un libro non ti toglie nulla, aggiunge piuttosto alla tua fantasia la sensibilità che ci metti tu, i collegamenti che puoi fare con la tua vita, le mille emozioni che ti incendiano, le mille riflessioni che ti possono venire.
     Condividi
- Un futuro migliore dipende anche dalla tua voglia di esserci quando serve il tuo aiuto, dalla capacità di prenderti cura della città in cui vivi, della natura, degli altri. La solidarietà inizia con te.
Sei all’inizio di un lungo viaggio. Prendi tutto quello che puoi. Fai una bella scorta di esperienze. Le parole del grande poeta greco Costantino Kavafis, nella poesia Itaca, sembrano fatte apposta per accompagnarti:
... Devi augurarti che la strada sia lunga, che i mattini d'estate siano tanti, quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre, tutta merce fina, anche aromi penetranti d'ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca ...
  Buona adolescenza!
Daniele Novara, pedagogista
www.cppp.it

venerdì 8 dicembre 2017

Monache Benedettine di San Raimondo a Piacenza

Visitare le monache di clausura significa immergersi in un mondo di spiritualità tutto particolare.
L'abbiamo fatto con delle classi ITAS di Piacenza per approfondire gli studi sul monachesimo cristiano.
E' stata l'occasione per parlare con le suore e capire il significato della loro scelta dedicata alla preghiera e al lavoro.
"Il monastero prende il nome dal Santo, Raimondo appunto, padre di famiglia, uomo di preghiera e di azione, pellegrino instancabile e innamorato della croce, che fu il fondatore dei primi ospedali di Piacenza. Infatti nel 1175 Raimondo fondò il suo Ospedale e quando il 28 luglio 1200 il pellegrino della croce tornò alla casa del Padre fu portato in trionfo dal suo popolo. E' sepolto nell'omonima chiesa.
Nel 1414 il complesso conventuale passò alle monache cistercensi, che cambiarono il loro nome in Monache di S. Raimondo, e vi rimasero fino al 1810 quando Napoleone soppresse gli ordini religiosi.
Toccò a Madre Teresa Maruffi, monaca benedettina, restaurare e riaprire il monastero (1827) e dar vita ad un educandato che nel corso del tempo è divenuto collegio e scuola media.
Dopo l'impulso dato dal Concilio Vaticano II nel 1967 vennero chiusi il collegio e la scuola e la comunità monastica si dedicò completamente all'Opus Dei divenendo monastero di clausura.
Essendo una comunità monastica benedettina l'Opus Dei, la lectio, il silenzio e il lavoro formano la sua peculiarità ancor oggi nel cuore della città.
Infatti la Chiesa e il monastero attiguo, trovandosi nel centro storico di Piacenza sono divenuti centro di spiritualità e scuola di preghiera.
La chiesa apre alle 6.00 del mattino. Il canto delle Lodi, alle 6.45, a cui tutti possono accedere e partecipare dà la sveglia alla città.
All'interno delle Lodi c'è la lectio, tenuta dalla Madre Abbadessa che spezza la Parola di Dio, quale strumento e pane quotidiano con cui Dio ci viene incontro. Segue la S. Messa alle 7.30.
Alle 17.30 si canta il Vespro.
Il monastero permette la preghiera personale e la liturgia insieme alle monache e offre la possibilità di colloqui spirituali, sia personali che di coppia. Si tengono lectio e meditazioni per gruppi, associazioni e movimenti che ne fanno richiesta". (monasterosanraimondo.com)


Santa Maria in Campagna in Piacenza: uno sguardo sull'arte rinascimentale

La basilica di Santa Maria di Campagna è una stupenda chiesa rinascimentale di Piacenza.
Con una classe dell'Itas l'abbiamo visitata cercando di coglierne tutta la sua magnificenza.
Dedicata alla Madonna della Campagna, sorge in piazzale delle Crociate, presso le mura della città. Ospita numerose opere d'arte fra cui un vasto ciclo pittorico del primo Cinquecento  eseguito da Giovanni Antonio de' Sacchis detto il Pordenone e Bernardino Gatti detto il Soiaro, inoltre vi troviamo tele barocche di Guido Reni e dei Procaccini.
Nel novembre 1954 papa Pio XII l'ha elevata alla dignità di basilica minore.