sabato 15 febbraio 2014

L'onda - Die Welle

Titolo originale: Die Welle
Regia: Tennis Gansel
Genere: Drammatico
Attori principali: Jürgen Vogel (Reiner), Frederick Lau (Tim), Max Riemelt
(Marco), Jennifer Ulrich (Karo)
Sceneggiatura: Tennis Gansel, Ueli Christen
Fotografia: Torsten Breuer
Musica: Heiko Maile
Data di produzione: 2008
Durata: 101 min
Paese di produzione: Germania
La scenografia è tratta dall’omonimo romanzo di Todd Strasser, a sua volta basato sull'esperimento sociale denominato La Terza Onda (The Third Wave), avvenuto nel 1967 in California.


Germania, oggi. Durante la settimana delle esercitazioni, l'insegnante di liceo Rainer Wenger propone un esperimento per mostrare ai suoi studenti come funziona un governo totalitario.
Gli studenti, inizialmente annoiati dall'argomento, non credono possibile che una nuova dittatura possa essere instaurata nella moderna Germania.
L'insegnante decide allora di organizzare un esperimento, in modo tale da dimostrare agli allievi come le masse possano essere facilmente manipolate.
L'esperimento coinvolge la classe stessa e ha inizio con la scelta di un leader, il quale viene individuato nell'insegnante, e l'imposizione di alcune regole basilari: viene cambiata la disposizione dei banchi, in modo tale che gli studenti meno bravi possano trovarsi vicino a quelli più preparati, insegnandosi l'un l'altro e migliorando nel complesso i risultati della classe; infine, quando gli studenti vogliono dire qualcosa ad alta voce devono alzarsi in piedi e dare risposte brevi e concise.
Wenger mostra inoltre ai suoi studenti come l'effetto di marciare all'unisono possa farli sentire un'unica entità.

Il passo successivo nell'identificazione del gruppo è quello di dargli un nome e tramite votazione viene scelto "L'onda" . Viene ideato anche un apposito logo. Ogni studente dovrà poi indossare una sorta di divisa, costituita da camicia bianca e jeans, in modo tale da rimuovere le distinzioni individuali e di classe. Inoltre viene inventato un saluto, ovvero la simulazione, fatta con il braccio destro, di un'onda.
Due ragazze, Karo e Mona non accettano le decisioni del gruppo e abbandonano l'esperimento, disgustate da come la classe abbia abbracciato in modo acritico gli ideali dell'Onda.
I ragazzi del gruppo iniziano a diffondere nell'intera città il logo dell'Onda per mezzo di adesivi e bombolette spray. Iniziano, inoltre, a tenere feste in cui solo i membri del movimento sono autorizzati a partecipare, osteggiando e discriminando tutti gli altri. Un giovane in particolare, Tim, inizia a identificarsi in modo ossessivo col gruppo, visto che soltanto al suo interno riesce a sentirsi finalmente accettato.
Durante la partita di pallanuoto della squadra del liceo, a cui assiste l’Onda al completo, Karo e Mona lanciano volantini contro l’Onda stessa. Scoppia una rissa.
Ormai la situazione è fuori controllo. Marco, dopo la partita ha un violento litigio con Karo, e finisce col darle uno schiaffo. Sconvolto per il suo gesto corre da Reiner a implorargli di fermare l’Onda, e con essa la folle euforia che aveva coinvolto Marco stesso.

Il giorno successivo Reiner raduna l’Onda a scuola, e tiene un perfetto comizio totalitario, che la folla acclama euforica. Tuttavia il professore interrompe la farsa: mostra ai suoi alunni come era stato facile plagiarli, come era stato facile instaurare una dittatura in miniatura, proprio in quella Germania che aveva “imparato la lezione”. Tutti gli studenti, mesti, guardano in faccia increduli la nuda verità.
Tutti meno uno: Tim. 
Tim non riesce ad accettare che l’Onda che gli aveva dato tutto, che era diventata la sua vita, finisca. 
Così spara a un suo compagno, togliendosi poi la vita con la stessa pistola. Reiner viene arrestato.  

La vicenda è ambientata ai giorni nostri e rispecchia i luoghi più frequentati dai ragazzi: il liceo, le loro case, i pub, i parchi, ecc. La storia si sviluppa nell'arco di tempo di una settimana.


Il protagonista è Rainer Wenger, professore di liceo, sposato con un’insegnante della sua scuola.
Si potrebbe definire professore “alternativo” per il modo confidenziale che ha di porsi con gli alunni e il suo aspetto tutt’altro che formale. Grazie a questo suo atteggiamento riesce ad avere un forte ascendente sui ragazzi, che infatti apprezzano lui e il suo modo di insegnare.



Marco è un ragazzo intelligente ma non molto espansivo, che non ama prendere posizione, eclissandosi spesso dietro Karo, la sua ragazza. Dal momento in cui comincia il “progetto Onda” si sente invece finalmente parte di un gruppo. Ciò gli darà sicurezza, e imporrà sempre di più la sua personalità e le sue scelte, specie con Karo, con la quale infatti entrerà in contrasto. Seppure in un primo momento l’esperienza dell’Onda lo entusiasmi, si rende poi conto che il progetto sta sfuggendo dal controllo di Wenger. Sarà l’unico tra quelli dell’Onda a ribellarsi.

Karo è, al contrario di Marco, una ragazza dalla personalità forte e indipendente, che quindi entra sin da subito in contrasto con la mentalità dell’Onda, e pertanto se ne tira fuori. Cerca in tutti i modi di contrastare, di “fermare” l’Onda, ma non riuscirà nel suo intento: tutti sono contro di lei, persino Marco, che ormai è parte del gruppo.





Tim è un ragazzo con disturbi sociali, che ha serie difficoltà a relazionarsi con gli
altri.
Dal momento in cui comincia il progetto sente di essere parte di un gruppo, di avere degli amici su cui contare, di avere uno scopo.
Per questo motivo diventa il membro più entusiasta del gruppo, il più fanatico: dopo appena pochi giorni per lui non esiste niente se non l’Onda, l’Onda è la sua vita.

Il film dà un monito abbastanza inquietante: non bisogna cullarsi nella convinzione che sia
impossibile che un regime totalitario prenda il potere ai giorni nostri. 
Nemmeno in quei paesi che hanno vissuto sulla propria pelle gli orrori delle dittature.
Determinate condizioni, come disagi, ingiustizie sociali, o disordine, sono il terreno fertile dal quale è sempre pronta a nascere la dittatura.
Inoltre non bisogna pensare alla nascita di una dittatura come qualcosa di terribile, che si manifesta immediatamente in tutta la sua atrocità. 
No, all’inizio ha il suo fascino, il suo senso.
L’autarchia è subdola, si impone per gradi: per gradi modifica il nostro modo di ragionare, fino a renderci marionette, docili strumenti nelle mani del leader di turno.  
Un film che fa riflettere sul potere del pensiero unico che in nome della ricerca di una giustizia sociale può arrivare a sopprimere chi si oppone alla sua realizzazione.
Un film che ha coinvolto molto le classi dove è stato presentato






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