Il film documentario
Trashed, una produzione Blenheim Films, prodotto e diretto dalla regista
britannica Candida Brady, ha ricevuto una proiezione speciale al Festival di
Cannes 2012.
Il protagonista, Jeremy Irons, vuole proporci l'enorme problema
dei rifiuti sul nostro pianeta.
Nel documentario Irons viaggia in tutto il mondo
testimoniando la distruzione di luoghi bellissimi, ormai irrimediabilmente
contaminati dall’inquinamento.
Si tratta di un percorso investigativo, realizzato con precisione
di informazioni e coraggio della denuncia.
I sentimenti che vuole suscitare il filmato passano dallo
scetticismo e dal dolore ad un sentimento di speranza.
Il film di Brady è accompagnato dalla partitura musicale
originale creata dal compositore premio Oscar Vangelis.
Stralci dall'intervista a Jeremy Irons
"Il film parla del termine, oggi molto in voga,
“rifiuti zero”. Realisticamente quanto possiamo avvicinarci a questo obiettivo?
Qual è il nostro traguardo più importante: ridurre il nostro ciclo dei rifiuti
o adottare dei modi più sensibili di gestire i nostri rifiuti?
San Francisco ha raggiunto quest'anno l'80% di raccolta
differenziata, o “rifiuti zero”. New York, invece, che produce il 1,5% dei
rifiuti totali del pianeta ricicla attualmente solo il 15%. Il governo statale
e quello federale dovrebbero adoperarsi per una legislazione che faccia una
seria politica di gestione dei rifiuti in tutto il paese. Nel Regno Unito vi è
una situazione analoga, con le politiche di gestione dei rifiuti che cambiano
di città in città. Credo che la maggior parte delle persone sia pronta a
collaborare nella riduzione dei rifiuti, ma per incoraggiarle la politica
nazionale dovrebbe essere chiara, e coerente e cercare di coinvolgere tutti.
Anche all'interno di una grande metropoli come Londra vi è
un'enorme discrepanza tra le politiche comunali. Credo che debba essere
progettata e realizzata un'iniziativa di portata nazionale nella gestione dei
rifiuti, che non vanno bruciati o seppelliti. Va invece promossa una la loro
riduzione, accompagnata dal riciclaggio. Quest'epoca, in cui soffriamo un
aumento della disoccupazione, potrebbe essere il momento ideale per la
creazione di un settore nuovo, che potrebbe essere redditizio, creando anche
nuovi posti di lavoro. Se riuscissimo a diventare leader nella tecniche di
riciclaggio questa esperienza potrebbe essere esportata in tutto il mondo.
Come singoli consumatori quanto siamo responsabili di questi
problema globale dei rifiuti? Oppure la responsabilità è tutta da addossare ai
politici, alle autorità e ai leaders del settore?
Il problema riguarda tutti noi e la responsabilità è
collettiva. Siamo tutti informati ed è il momento di essere arrabbiati oppure
di provare vergogna per noi stessi. I nostri politici devono fare quello per
cui sono stati votati.
Devono fare gli interessi veri di chi li ha eletti. Devono
organizzare un sistema che sia capace di ridurre la quantità di rifiuti che
produciamo, sia a livello domestico che a livello industriale, e dovrebbero
lanciare una campagna per incoraggiare il riciclo. La popolazione, e in
particolare i nostri figli, hanno bisogno di essere educati al problema dei
rifiuti. Ad esempio, l'uso di un sacchetto di plastica è sensibilmente
aumentato nell'ultimo anno nel Regno Unito. Se si fosse saputo che c'era la
possibilità che quel sacchetto di plastica sarebbe “ritornato” nel vostro cibo,
la gente avrebbe pensato due volte prima di usarlo. A differenza di tanti
problemi che affliggono il pianete questo è quello più facilmente superabile."
Il film
Emblematico è l'inizio del film Con Jeremy Irons seduto su
una montagna di rifiuti.
Siamo su una spiaggia vicino all'antica città libanese di
Sidone, nel pieno del Mediterraneo a poca distanza dai mari di Egitto, Grecia e
Italia...
L'immagine è devastante.
Siamo di fronte a rifiuti medici e domestici, di liquidi
tossici e animali morti, risultato di 30 anni di consumo di una città come ce
ne sono tante nel mondo.
Ogni giorno, nuovi carichi di spazzatura vengono scaricati
in alto, mentre i detriti e il percolato cadono in basso, nelle acque del
Mediterraneo.
Circondato da una vasta colonia di bottiglie di plastica
abbandonate, Jeremy Irons fissa l'orizzonte ed esclama: "Spaventosa!"
Nel film Jeremy viaggia in tutto il mondo testimoniando la
catastrofe che potrebbe realizzarsi...
La bellezza del nostro pianeta visto dallo spazio forma un
contrasto violento con le scene di detriti sparsi ormai in tutto il mondo.
Queste sono le scene che vengono raccontate dal
documentario:
"Vastissimi paesaggi in Cina sono coperti da tonnellate
di spazzatura; le acque del fiume Ciliwung, in Indonesia, sono ormai appena
visibili, a causa di una marea di plastica che le copre: i bambini nuotano tra
masse putride di sacchetti; le madri lavano i panni nel filtro delle fogne.
Ogni anno buttiamo via 58 miliardi di bicchieri usa e getta,
miliardi di sacchetti di plastica, 200 miliardi di bottiglie d'acqua, miliardi
di tonnellate di rifiuti domestici, tossici ed elettronici.
Li compriamo, li seppelliamo, li bruciamo e poi li
ignoriamo.
Qualcuno pensa a che cosa succede a tutti i rifiuti che
produciamo?
Continuiamo a produrre e a utilizzare cose che non si
degradano."
Jeremy nel film assurge a figura di guida per farci
comprendere gli effetti devastanti dell'inquinamento sul nostro pianeta, egli
vuol farci scoprire cosa veramente
succede a quei miliardi di tonnellate di rifiuti che vanno dispersi ogni anno.
Su una barca nel Pacifico settentrionale, l'attore affronta
la realtà della grande Pacific Garbage Patch e l'effetto provocato dei rifiuti
di plastica sulla vita marina.
"Scopriamo che le diossine clorurate e altri inquinanti
artificiali organici persistenti sono attratti proprio dai frammenti di
plastica.
Questi sono poi mangiati dai pesci, che così assorbono le
tossine.
Noi poi ci nutriamo di questo pesce, accumulando così
prodotti chimici tossici nel nostro corpo, già gravato dall’inquinamento."
Pensiamo di più all'ambiente
Jeremy insieme con la regista Candida Brady ha fatto, con
questo film, un lavoro eccellente.
“Abbiamo fatto questo film perché ci sono tante persone che
sentono il bisogno urgente di affrontare il problema dei rifiuti e della
sostenibilità - dice Irons - C'è bisogno che questo fastidioso argomento sia
compreso e condiviso dal maggior numero possibile di comunità in tutto il mondo
per cercare insieme le soluzioni migliori.
In questo i film possono giocare un ruolo importante,
educando la società, e portando anche argomenti così 'difficili' a un pubblico
il più ampio possibile.
Pensiamo ad esempio a Un Inconvenient Truth di Al Gore.
Lo si ama o lo si odia, ma tutti ne hanno sentito parlare.
I film hanno il potere di arrivare a tutti, ci toccano a
livello emotivo e ci spronano all’azione”.
Candida Brady ha trascorso più di due anni nella ricerca e
nella realizzazione di Trashed, ma la regista si è occupata del problema di
rifiuti e di tematiche ambientali per gran parte della sua vita.
“In quanto asmatica dalla nascita, mi sono sempre
interessata agli effetti dell'inquinamento – spiega Brady - Ma è stato
l’incontro con un medico ambientale (che mi ha salvato la vita) a farmi aprire
gli occhi sugli effetti che l'ambiente ha sulla nostra salute.
Quando ero giovane ero l'unica ragazza con un inalatore,
oggi il numero di ragazzi che lo hanno è cresciuto vertiginosamente”.
Verso lo spreco zero
Il viaggio di Jeremy in mezzo ai tanti disastri sul pianeta
non vuole essere però una lamentosa denuncia senza soluzioni.
Il documentario vuole proporci delle vie d'uscita.
Jeremy incontra persone che hanno cambiato la loro vita e
che oggi non producono quasi più nessun rifiuto.
Il film denunciando con forza la grande economia mondiale,
vuole stimolare una legislazione anti-rifiuti.
Presentando delle realtà che cercano di vivere senza sprechi
il film vuole dirci che il cambiamento è essenziale ed è già partito.
Quindi nel complesso, a mio avviso, siamo di fronte ad un
film che è uno sprone per passare dalla realtà inquinante degli inceneritori e
affini, verso la nuova civiltà dello
spreco zero.
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