Ricco di
emozioni l’incontro con l’Associazione “Oltre l’autismo”, svoltosi nell’Aula
Magna dell’Istituto Raineri di Piacenza.
L’Associazione
“Oltre l’autismo” nasce a Piacenza nel maggio 2003 con lo scopo di far
conoscere questa sindrome e si pone, come finalità, il miglioramento della
qualità di vita delle persone con autismo e patologie correlate
“L’autismo è
definito da qualcuno come un puzzle con un pezzo mancante… Ho sperimentato il
mio “autismo” come un cesto, con molti puzzle diversi, tutti mescolati tra loro
e a ciascuno manca qualche pezzo, ma c’è qualche pezzo in più che non
appartiene a nessuno di quei puzzle.”
Sono intervenuti Patrizia Chiappa, coordinatrice dei progetti, Simone Rausa, psicologo e responsabile progetti di "Oltre l'autismo". Toccanti le parole di Maria Grazia Ballerini, presidente dell’Associazione, mamma di Luca, ragazzo autistico.
Sono intervenuti Patrizia Chiappa, coordinatrice dei progetti, Simone Rausa, psicologo e responsabile progetti di "Oltre l'autismo". Toccanti le parole di Maria Grazia Ballerini, presidente dell’Associazione, mamma di Luca, ragazzo autistico.
“Spesso
questi figli sono considerati ragazzini che hanno vizi… perché si comportano
male….
Luca ce ne ha
fatto passare di tutti i colori, quand’era piccolo e venivano gli educatori in
casa, uscivano piangendo perché ricevevano sputi, spintoni, pizzicotti. Il
problema di Luca era quello di non riuscire a parlare, aveva grossi problemi di
comunicazione”.
La
disabilità mentale è una delle più difficili. È dura accettare chi ti fa del male
perché questi ragazzi hanno “comportamenti problema”.
Non è facile
amare chi costantemente ti fa del male, chi ti provoca, ti tocca sul vivo…
“I genitori
di fronte a questi modi di agire - ha ribadito Maria Grazia - devono mettersi
in gioco. Però non è facile che gli altri capiscano i grossi problemi che sono
dietro a questi ragazzi, allora spesso le famiglie si chiudono… Hanno però
bisogno di amici anche loro. Vi capisco, scegliere di avere un amico autistico
non è una cosa semplice, però credetemi è una sfida bellissima!
Entrare nel
loro mondo, quando hai delle conoscenze, ti viene meno la paura che è quella di
non sapere cosa fare. Infatti è quando ti metti veramente in ascolto che comprendi
una persona, comprendi degli aspetti che prima non avevi considerato.
La vita è
una unica e irripetibile, la partita è questa, siamo tutti coinvolti…
Cosa posso
fare io? Ognuno può dare il suo piccolo
contributo. Solo tutti insieme si vince la battaglia dell’inclusione sociale.
Vogliamo costruire il futuro di questi ragazzi. La scuola è il trampolino di
lancio fondamentale ed è il miglior progetto di inclusione”.
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