martedì 3 febbraio 2015

Kaillash Satyarthi: chi è?

L'indiano Kailash Satyarthi, 60 anni che, con la pachistana Malala Yousafzai, ha vinto il premio nobel per la pace 2014, è un attivista dei diritti umani.
Sin dagli anni '90 è impegnato nella lotta contro il lavoro minorile con la sua organizzazione bachpan bachao andolan. 
La sua azione ha permesso di liberare almeno 80.000 bambini dalla schiavitù, favorendone la reintegrazione sociale.

Interessante per cogliere il suo pensiero l'intervista rilasciata a New Delhi al giornalista Daniele Pagani

La domanda sarà scontata, ma come non farla: come ha accolto la notizia?
Questo premio è un riconoscimento ed un onore per i milioni di bambini che ancora sono in schiavitù, che sono privati della loro infanzia, dell’educazione, ma soprattutto del loro diritto fondamentale alla libertà. Voglio ancora una volta ricordare e richiamare all’attenzione il fatto che ci sono ancora molti, troppi bambini che lavorano come schiavi nelle fabbriche di mattoni, nelle case, nelle miniere. Spesso rimangono invisibili. Questo premio è per loro, ma è anche per gli indiani: l’India è forse la madre di centinaia di problemi ma è anche anche la madre di milioni di soluzioni.
Lei sta dividendo il Nobel con una cittadina pakistana. Come legge questa situazione alla luce delle recenti tensioni tra i due paesi?
Credo che sia stata una grande decisione, un messaggio che non deve arrivare soltanto ai governi, ma soprattutto ai cittadini. Ho lavorato con organizzazioni pakistane per molti anni, sono stato lì spesso e conosco la gente. Ho sempre pensato che una convivenza pacifica sia e debba essere possibile. Possiamo e dobbiamo vivere in pace nel nome dei comuni valori dell’umanità, soprattutto quando parliamo di infanzia. I bambini devono nascere e crescere nella pace, devono divertirsi e viversi l’istruzione come esseri umani liberi.
Spesso la povertà è considerata origine dello sfruttamento minorile…
Il fatto che la povertà sia causa e perpetuazione del lavoro minorile è solo ed assolutamente un mito. È in realtà il lavoro minorile a permettere alla povertà e all’analfabetismo di continuare ad esistere. Non possiamo più nasconderci dietro alla scusa della povertà come origine dello sfruttamento minorile e del furto dell’infanzia dei nostri bambini. È inaccettabile.
Come investirà il denaro ricavato da questo premio?Ancora è presto per dirlo, parlerò con i miei collaboratori e soprattutto parlerò con i bambini e cercheremo di capire quale è il modo migliore per utilizzare il denaro.
Che cosa le ha fatto scegliere di intraprendere questo lavoro?Tutto è nato dalla compassione, quando avevo cinque o sei anni. Per la prima volta, nella mia città natale ho visto un bambino che aveva la mia stessa età lavorare con il padre; proprio davanti alla mia scuola. Provavo un sentimento contraddittorio: da una parte io ero contento e studiavo con gioa, dall’altra c’era lui che, invece, lottava per la sua infanzia e per il suo sostentamento. Chiesi ai miei genitori e al mio maestro come fosse possibile e mi diedero la stessa risposta: sono bambini poveri e quindi lavorano. Non mi convinsero. Un giorno chiesi al padre di quel bambino, come mai non mandasse il figlio a scuola; mi guardò come se gli stessi facendo una domanda assurda e mi rispose: noi siamo nati per lavorare. Rimasi stupito ed attonito. Perché qualcuno era nato per lavorare mentre io, invece, me ne andavo a scuola sereno? Queste domande mi hanno sempre accompagnato e il non aver trovato una risposta convincente mi ha portato a iniziare a combattere.

Si tratta di un personaggio da conoscere meglio a questo proposito propongo un filmato dove Kailash proclama il suo discorso nell'accettazioane del premio Nobel.
E' un testimonianza suprema di una figura di grande rilevo sociale.
Lo si può ascoltare nella seconda parte della puntata Frontiere dello Spirito del 18 gennaio:
CLICCA



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