martedì 13 dicembre 2022

Dapprincipio: l'adolescenza

 


Capita a volte di sgridare i ragazzi per i loro atteggiamenti un po’ lunatici o per la propensione a lanciarsi in comportamenti rischiosi o lasciarsi trascinare dal gruppo. Ma la realtà dei fatti è che gli adolescenti attraversano una fase fondamentale della vita, anche dal punto di vista dello sviluppo cerebrale. All’origine di comportamenti sociali bizzarri o apparentemente inadeguati dimostrati a questa età ci sono precise basi neurologiche. Alcune regioni, come la corteccia prefrontale, responsabile dell’inibizione di atteggiamenti inappropriati, devono ancora svilupparsi completamente; altre, come il sistema limbico, centro delle sensazioni di piacere o ricompensa, sono invece particolarmente sensibili ed eccitabili.

giovedì 29 settembre 2022

La sfida dell’insegnamento della religione cattolica in questo “cambiamento d’epoca”


“Viviamo un tempo nuovo, non tanto un’epoca di cambiamenti quanto un “cambiamento d’epoca” come ci ricorda Papa Francesco. Vale per tutte le donne e gli uomini segnati da anni di fatica, ma anche di nuove risorse incontrate. Vale anche per la scuola e per noi Idr all’interno di questa”: sono le parole introduttive formulate dall’equipe dell’Ufficio Scuola della diocesi di Piacenza-Bobbio, per presentare la Giornata di formazione e presa di servizio degli idr diocesani, svoltasi il 3 settembre, nella Sala degli Arazzi, al Collegio Alberoni di Piacenza.

Il saluto ai neopensionati
(Daniela Mazzoni, don Stefano Garilli e Giovanni Marchioni)

L’incontro è stato preceduto dal saluto e la consegna della targa ricordo ai due neo-pensionati insegnanti di religione: don Stefano Garilli e Daniela Mazzoni.
Il Direttore Ufficio Scuola, prof. Giovanni Marchioni, ha ricordato l’impegno dei due docenti che si sono spesi per tanti anni nell’insegnamento della religione cattolica: don Garilli, docente alla scuola media di Ferriere e Mazzoni al liceo Colombini. Intense e sentite le parole di Daniela Mazzoni che ha ripetuto la poesia di congedo letta agli alunni fra cui le frasi: “Ho incontrato tanti mondi… Ho vissuto una bellezza profonda, ho cercato di ascoltare, capire, abbracciare… In quegli incontri ho trovato risposte…”.

Nuovi paradigmi
La tavola rotonda, coordinata dalla prof.ssa Federica Bassi, si è focalizzata sul tema: “Leggere e interpretare i segni dei tempi. La scuola alla ricerca di nuovi paradigmi di senso”. Con l’aiuto dei relatori: prof.ssa Maria Antonietta Maggio, collaboratrice di pedagogia speciale all’Università di Parma, prof. Dimitris Argiropoulos, docente di didattica e pedagogia speciale all’Università di Parma e don Giordano Goccini, parroco e teologo, già incaricato della pastorale giovanile dell’Emilia Romagna, si è riflettuto sulla disciplina della Religione Cattolica che ha bisogno di essere letta, interpretata e insegnata con paradigmi nuovi, capaci di leggere la storia in cui siamo immersi per “guardare” con occhi di speranza ai bambini/ragazzi/giovani che vengono affidati agli idr.
(I relatori: Maggio, Argiropoulus, Goccini)


Il mondo adulto in crisi
“Oggi il mondo adulto - sintetizziamo il pensiero del prof. Argiropoulos - non propone relazioni vere, c’è una aridità comunicativa, manchiamo di “entropatia”, cioè la necessità di sentire dentro l'altro, il farsi recettivi rispetto alla sua interiorità, ci affidiamo all’effimero, consumiamo istanze di non senso”. Quindi per il docente universitario c’è bisogno di un autentico modo di rientrare in relazione con l’altro basato sulla capacità spirituale di accedere e di comprendere come se si fosse al posto dell’altro.
“Oggi è cambiato tutto tranne il pranzo domenicale dalla nonna”: ha affermato sorridendo don Giordano Goccini. “Non c'è più un mondo adulto stabile - ha aggiunto - anche la scuola è friabile, gli adulti sono evanescenti e i ragazzi trovano stabilità dalla nonna che sempre è guardata con affetto”.
Anche la prof. Antonietta Maggio ha sottolineato la doppia visione che si vive nel quotidiano: la nostalgia di un passato e la paura del futuro. “Essere docenti oggi - ha precisato - significa essere professionisti della complessità, gestire mondi diversi, prendere ciò che di buono c'è stato e superare lo scollamento tra ciò che crediamo e ciò che vediamo”.

Vi precede in Galilea
Un altro aspetto del nostro modo di vivere odierno è la mancanza di un sano conflitto. È ciò che ha evidenziato Dimitris Argiropoulos, sottolineando come, nelle relazioni, viviamo una pace generica. “Si deve invece - ha aggiunto - convivere pacificamente pur nella divergenza di opinioni. Se litigo, se sono in conflitto con l’altro, sviluppo interesse nei suoi confronti. È un processo di reciprocità e di conoscenza di cui abbiamo bisogno”.
Altra cosa da lasciare - per don Giordano Goccini - è l’idea dell'impero, cioè del mondo dominato dal progresso, dalla sovrabbondanza dei beni…
“Quel modello ha dominato fino a qualche anno fa, - ha spiegato il teologo - mentre oggi viviamo in un modello sociale de-istituzionalizzato, dobbiamo avere la percezione che siano in un mondo disordinato e nei nostri progetti bisogna sempre trovare una sfida”.
L’allusione conclusiva al vangelo di Matteo: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea” di Maria Antonietta Maggio è stata significativa perché ha evidenziato l’importanza di riprendere tutto il cammino personale, fatto anche di delusioni, di sconfitte. “Significa entrare in classe con una storia alle spalle, anche con il dolore, le negatività che però maturano e fanno crescere”.
È lo stesso pensiero, nell’ omelia alla Veglia Pasquale, di papa Francesco:
“Ritornare in Galilea vuol dire rileggere tutto a partire dalla croce e dalla vittoria; senza paura, “non temete”. Rileggere tutto - la predicazione, i miracoli, la nuova comunità, gli entusiasmi e le defezioni, fino al tradimento - rileggere tutto a partire dalla fine, che è un nuovo inizio, da questo supremo atto d’amore”.

domenica 24 luglio 2022

Nel segno di San Benedetto

 "Subiaco, nel segno di Benedetto" è il titolo del Tg2 Dossier di Tommaso Ricci andato in onda sabato 25 giugno alle 23 e in replica domenica 26 giugno alle 10 su Rai 2. Viaggio nell'epicentro della impresa, silenziosa ed epica insieme, di San Benedetto da Norcia, primo patrono d’Europa, che a Subiaco si rifugiò dalla corruzione romana e, dopo tre anni di eremitaggio nella grotta del Sacro Speco - meta oggi di turisti e pellegrini da tutto il mondo - fondò qui, 1500 anni fa, i suoi primi monasteri ponendo le radici della civiltà occidentale. L'incontro con l'abate Mauro Meacci, con il Bibliotecario dom Fabrizio, custode del primo libro stampato in Italia, con il novantenne dom Giovanni, lo stilista ex braccio destro di Pierre Cardin e diventato monaco in tarda età, e con Giovanni, il 24enne postulante che desidera seguire per la vita l'aurea regola benedettina dell'ora et labora. Dai tesori d'arte che adornano il Santuario, tra cui l’unico ritratto in presa diretta risalente al 1223 di San Francesco, alle raffigurazioni diaboliche - San Benedetto, oltre ad essere uomo di pace e comunione venerato tuttora anche in Oriente, fu anche potente esorcista -, dai numerosi Papi che hanno frequentato Subiaco a personaggi come dom Egidio Gavazzi, nipote di Anna Kuliscioff e Filippo Turati, padri del socialismo italiano, convertitosi e diventato abate di Subiaco, alle rare immagini del rinomato pittore americano William Congdon, espressionista astratto, che qui soggiornò a lungo. Dalle attività agricole e d'allevamento, oggi ridotte ma che al tempo dell'Europa barbarica salvarono il Vecchio Continente all'esperienza eremitica di fratel Alberto, oblato benedettino. Un viaggio affascinante in un luogo mai abbandonato, a differenza di Montecassino, dai benedettini e dove si è iniziato a scrivere il glorioso capitolo dell''Europa cristiana.