domenica 22 febbraio 2015

Il Santo Martire Antonino di Piacenza

S.Antonino, bronzo di S. Brizzolesi
Nel III secolo D.C. il politeismo non era più in grado di soddisfare la popolazione, la presenza di troppi dei non dava sollievo o risposte alle inquietudini degli uomini, che preferivano rifugiarsi in religioni che privilegiavano una sola entità superiore su tutte le altre:
- Cristianesimo
- Culti del dio Mitra, Iside e altri.
Sviluppo del Cristianesimo e persecuzioni
Il cristianesimo propose un'idea di unità religiosa del genere umano visto e concepito come un'unica grande famiglia composta da figli di un unico Dio, senza distinzioni di razza, di ceto e quindi di categoria.
Apparso con Cristo, e dunque sviluppatosi nel I secolo D.C., il cristianesimo divenne nel giro di un paio di secoli una religione di una certa importanza.
La gerarchia della Chiesa iniziò a svilupparsi intorno al III secolo D.C, con forme in parte sopravvissute fino ai nostri giorni. (Diocesi, Vescovo, sacerdoti e diaconi)
Non si può comunque dire che la religione Cristiana trovò terreno fertile per svilupparsi e crescere in modo pacifico, fu osteggiata dagli altri gruppi religiosi, additata come nemica dell'impero e, di conseguenza, bandita.
Nel 303, sotto l'impero di Diocleziano, si assistette ad una delle persecuzioni più sanguinarie: Diocleziano aveva imposto a tutti i sudditi il dovere di adorarlo come un dio, e di celebrarlo attraverso un rito pagano che consisteva nel gettare una manciata di incenso nel fuoco, recitando una preghiera.
Molti cristiani si piegarono a questo gesto ma, una frangia di cristiani particolarmente ferventi rifiutarono di eseguirlo, preferendo la morte.
S.Antonino
È difficile ricostruirne con precisione le vicende e la morte.
Secondo la tradizione era un legionario romano, convertitosi al cristianesimo, che subì il martirio il 4 luglio del 303, nei pressi di Travo. Questa data però è basata su ipotesi e congetture, non completamente suffragate da fonti storiche.
Le Fonti storiche
Di Antonino si ha un prima citazione nel “De laude sanctorum” di San Vittricio, vescovo di Rouen.
Dove, nel ringraziare sant’Ambrogio per l’invio di alcune reliquie di martiri cristiani, il Vescovo di Rouen, nel suo discorso sull’importanza dei Santi Martiri, nomina, tra gli altri, Antonino come protettore di Piacenza “curat Placentiae Antoninus”. 
Il testo è databile intorno al 395.
La principale fonte è però “l’Inventio Corporis Sancti Antonini Martyris”, comunemente detta “Inventio”, ovverosia il resoconto della miracolosa scoperta delle spoglie del Santo ad opera di San Savino, vescovo di Piacenza alla fine del IV secolo.
Si tratta del documento storico più antico  è un breve racconto del ritrovamento dei resti mortali del santo,  probabilmente il 13 novembre del 388. 
I resti si trovavano in un ipogeo, su cui in seguito fu edificata l'attuale chiesa di S.Maria in Cortina, e vennero traslati nella basilica Vittoriana, oggi dedicata al patrono. 
Nel testo si accenna agli anni di servizio militare, ma nulla si dice sulla data della morte.
Le Vite del Santo
Le notizie carenti furono ampliate a partire dall’anno 1000 e bisognerà aspettare fino al 1603 per avere una prima organica opera della Vita di S. Antonino pubblicata dal Canonico piacentino Pier Maria Campi.
Un’opera che accoglie in maniera acritica storie e particolari leggendarie che la tradizione aveva elaborato.
Mentre Cristoforo Poggiali (Piacenza, 1721- 1811), bibliotecario erudito ed ecclesiastico, sfrondò la Storia del Santo di tutte le leggende.
Del 1878 abbiamo un altro studio di Gaetano Tononi fino ad arrivare al lavoro del 1986 di Michele Tosi che ha espresso una storia più veritiera di Antonino restituendola alla primitiva identità.
Riassumendo i dati significativi della vi
Le tappe più significative della vicenda di S. Antonino
Riassumendo queste sono le date più importanti, secondo l'agile libretto su Antonino di Gaia Corrao pubblicato da "Il nuovo giornale" della diocesi Piacenza-Bobbio nel 2005.
270        Nasce secondo la tradizione a Piacenza o ad Apamea di Siria, da famiglia nobile e cristiana.
303        Subisce il martirio a Piacenza nel corso della durissima persecuzione contro i cristiani operata dagli imperatori Massimiano e Diocleziano.
388        Le ossa e il corpo decapitato di Antonino martire vengono rinvenute dal vescovo di Piacenza Savino, avvertito in sogno circa il luogo della sepoltura del martire. Con una solenne cerimonia, le sacre reliquie vengono traslate nella vicina chiesa di S.Vittore ora Basilica di S.Antonino.
1615      Solenne riconoscimento delle ossa dei Santi Antonino e Vittore ad opera del vescovo di Piacenza Rangoni.
1878-79 Il beato Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, procede ad un’ultima e accurata ricognizione delle reliquie di Sant’Antonino.

giovedì 19 febbraio 2015

Il libro del Tao

Il Taoismo è una religione orientale interessante e da scoprire attraverso i suoi testi...
“L'albero più grande nasce da un piccolo germoglio.
La torre più alta nasce da un mucchietto di terra.
Un viaggio di mille miglia comincia con un passo.”
- Lao Tzu (Tao Te Ching)
“Il rigido e l'inflessibile sono amici della morte.
Il tenero ed il flessibile sono amici della vita.”
- Lao Tzu (Tao Te Ching)
“Riempire troppo non è bene come fermarsi al momento giusto;
affilare troppo una lama le fa perdere il filo.
Riempi la tua casa di tesori e non potrai difenderla.
Ammassa beni, occupa posizioni, mostra arroganza e presto sarai colpito da perdite.
Questa è la via del Cielo: fa il tuo lavoro e poi ritirati quieto.”
- Lao Tzu (Tao Te Ching) CONTINUA



martedì 17 febbraio 2015

Il libro dei Proverbi

Questo libro della BIBBIA fa parte dei Sapienziali.

"Poiché l'Eterno dà la sapienza; dalla sua bocca procedono la conoscenza e l'intendimento" (Pr. 2,6).

"PROVERBI" tratta della teoria e della pratica della sapienza, dipinta come dono soprannaturale, ma caratterizzata da introspezione e conoscenza.

Un libro che, rispetto a quelli narrativi e storici, non racconta di guerre e non invoca un Dio per sconfiggere i nemici... CONTINUA




Il Cantico dei Cantici

Franco Murer: Il cantico dei Cantici
Il Cantico parla effettivamente di amore tra due innamorati che si uniscono anche nell'atto sessuale ed è considerato uno fra i più begli esempi della letteratura universale.
Secondo alcune interpretazioni ebraiche il poema nasce come raccolta di canzoni d'amore popolari, trasformandosi poi in poema nuziale.
Leggendo questo poema si scopre: un'atmosfera di gioia, riferimenti alla natura e alla grazie e delicatezza della donna, che fanno da sfondo a una vicenda d'amore giovanile, quasi adolescenziale CONTINUA







Il libro di Qohelet

"Vanità delle vanità tutto è vanità..."
E' la frase che identifica uno dei libri più affascinanti della Bibbia.
Un libro da capire e interpretare che spinge ancora oggi a porsi domande radicali senza compromessi circa il senso:
 della vita e della morte,
dell'amore e del dolore,
della ricchezza e del piacere.  CONTINUA











Il libro di Giobbe

Il libro di Giobbe , è il libro degli interrogativi più profondi riguardo alla domanda sul male e sul dolore.
Per l'autore biblico l'esperienza di Giobbe non è una maniera di comprendere il male, ma una maniera di vivere con il male.
Giobbe infatti sperimenta ogni tipo di dolore fisico e spirituale.
La risposta allora a questo inquietante interrogativo, Giobbe la fonda sulla "propria pelle" , sfocia in una rassegnazione che però è insieme speranza.
CONTINUA




Lettere ai Tessalonicesi

"Chi non lavora, non mangi!"
Una espressione incastonata nella seconda lettera di Paolo ai Tessalonicesi. 
Tessalonica è la capitale della Macedonia Greca.
Il tema di questo elaborato è il rimprovero dell'Apostolo Paolo a un comunità che vive nella convinzione dell'imminente ritorno di Cristo a completamento e a suggello della storia.
CONTINUA

martedì 3 febbraio 2015

Kaillash Satyarthi: chi è?

L'indiano Kailash Satyarthi, 60 anni che, con la pachistana Malala Yousafzai, ha vinto il premio nobel per la pace 2014, è un attivista dei diritti umani.
Sin dagli anni '90 è impegnato nella lotta contro il lavoro minorile con la sua organizzazione bachpan bachao andolan. 
La sua azione ha permesso di liberare almeno 80.000 bambini dalla schiavitù, favorendone la reintegrazione sociale.

Interessante per cogliere il suo pensiero l'intervista rilasciata a New Delhi al giornalista Daniele Pagani

La domanda sarà scontata, ma come non farla: come ha accolto la notizia?
Questo premio è un riconoscimento ed un onore per i milioni di bambini che ancora sono in schiavitù, che sono privati della loro infanzia, dell’educazione, ma soprattutto del loro diritto fondamentale alla libertà. Voglio ancora una volta ricordare e richiamare all’attenzione il fatto che ci sono ancora molti, troppi bambini che lavorano come schiavi nelle fabbriche di mattoni, nelle case, nelle miniere. Spesso rimangono invisibili. Questo premio è per loro, ma è anche per gli indiani: l’India è forse la madre di centinaia di problemi ma è anche anche la madre di milioni di soluzioni.
Lei sta dividendo il Nobel con una cittadina pakistana. Come legge questa situazione alla luce delle recenti tensioni tra i due paesi?
Credo che sia stata una grande decisione, un messaggio che non deve arrivare soltanto ai governi, ma soprattutto ai cittadini. Ho lavorato con organizzazioni pakistane per molti anni, sono stato lì spesso e conosco la gente. Ho sempre pensato che una convivenza pacifica sia e debba essere possibile. Possiamo e dobbiamo vivere in pace nel nome dei comuni valori dell’umanità, soprattutto quando parliamo di infanzia. I bambini devono nascere e crescere nella pace, devono divertirsi e viversi l’istruzione come esseri umani liberi.
Spesso la povertà è considerata origine dello sfruttamento minorile…
Il fatto che la povertà sia causa e perpetuazione del lavoro minorile è solo ed assolutamente un mito. È in realtà il lavoro minorile a permettere alla povertà e all’analfabetismo di continuare ad esistere. Non possiamo più nasconderci dietro alla scusa della povertà come origine dello sfruttamento minorile e del furto dell’infanzia dei nostri bambini. È inaccettabile.
Come investirà il denaro ricavato da questo premio?Ancora è presto per dirlo, parlerò con i miei collaboratori e soprattutto parlerò con i bambini e cercheremo di capire quale è il modo migliore per utilizzare il denaro.
Che cosa le ha fatto scegliere di intraprendere questo lavoro?Tutto è nato dalla compassione, quando avevo cinque o sei anni. Per la prima volta, nella mia città natale ho visto un bambino che aveva la mia stessa età lavorare con il padre; proprio davanti alla mia scuola. Provavo un sentimento contraddittorio: da una parte io ero contento e studiavo con gioa, dall’altra c’era lui che, invece, lottava per la sua infanzia e per il suo sostentamento. Chiesi ai miei genitori e al mio maestro come fosse possibile e mi diedero la stessa risposta: sono bambini poveri e quindi lavorano. Non mi convinsero. Un giorno chiesi al padre di quel bambino, come mai non mandasse il figlio a scuola; mi guardò come se gli stessi facendo una domanda assurda e mi rispose: noi siamo nati per lavorare. Rimasi stupito ed attonito. Perché qualcuno era nato per lavorare mentre io, invece, me ne andavo a scuola sereno? Queste domande mi hanno sempre accompagnato e il non aver trovato una risposta convincente mi ha portato a iniziare a combattere.

Si tratta di un personaggio da conoscere meglio a questo proposito propongo un filmato dove Kailash proclama il suo discorso nell'accettazioane del premio Nobel.
E' un testimonianza suprema di una figura di grande rilevo sociale.
Lo si può ascoltare nella seconda parte della puntata Frontiere dello Spirito del 18 gennaio:
CLICCA