venerdì 27 dicembre 2019

Viaggio in Etiopia. La testimonianza di Silvia studente dell'ITAS



“Ho scoperto come la forza della preghiera e la spiritualità fanno veramente fiorire il deserto”
Cosi parla don Mimmo Pascariello, parroco di Alseno, del suo viaggio in Etiopia svoltosi qualche mese fa insieme alle giovani piacentine Allegra Villaggi, Silvia Faravelli, Lucia Maserati e l’infermiera Annalisa Sfulcini.
Il viaggio ha permesso di scoprire la grande forza interiore delle “Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata” che   riescono a fare cose notevoli per quelle popolazioni martoriate dalla fame e dalle guerre.
“Abbiamo partecipato alla vita delle suore, alle loro attività e al loro apostolato - continua il sacerdote -, ci siamo resi conto come la provvidenza riesce a realizzare progetti che sembrano impossibili”.
La congregazione religiosa fondata nel 1927, a Piacenza, da mons. Francesco Torta, dal 1971 ha iniziato la missione in Etiopia e da allora ha seminato tanto bene tra quelle poverissime popolazioni.
La delegazione piacentina, guidata da don Pascariello, ha visitato le varie opere delle suore in Etiopia fra cui anche quelle più sperduta di Dawro Konta dove le religiose hanno una scuola materna e un ambulatorio medico.
“L’esperienza in Africa ci ha consentito di scoprire come si riceve molto nel dare agli altri. Quello che abbiamo fatto è poca cosa, ma ci ha permesso di sentire la cordiale gratitudine attraverso gli splendidi sorrisi di tanti bambini”.
Le suore della Provvidenza riescono a portare sulle strade dei poveri villaggi africani una carità straordinaria.
“Mi ha colpito fortemente la genuinità di un popolo - ha aggiunto il parroco di Alseno - che assapora la gioia dalle cose più semplici e tutto ciò è stato un continuo insegnamento di vita”.
Don Mimmo ricorda anche l’incontro con gli “Amici di Monsignor Torta”, giovani ragazzi etiopi che aiutano i bambini del posto cercando di toglierli da situazioni di povertà: “Vorremmo restare in collegamento con loro e creare anche qua a Piacenza una cosa del genere: un gruppo di giovani che ogni anno possa fare un’esperienza missionaria”.
L’impegno è quello di continuare questa collaborazione; infatti già è in programma un viaggio ad ottobre del prossimo anno, con più persone interessate a partecipare, grazie anche alla testimonianza appassionata di Allegra e Silvia che hanno affrontato la loro prima esperienza di volontariato in Africa. “L’avventura nel continente africano ci ha fatto scoprire cosa c’è fuori dal guscio, oltre il nostro quotidiano, rendendoci utili”.
“In due settimane abbiamo visitato varie missioni, percorrendo circa 5000 chilometri - raccontano Silvia e Allegra. “Là abbiamo vissuto proprio come le suore, che ci hanno davvero fatte sentire come a casa. La mancanza della famiglia, unica difficoltà che a volte si faceva sentire, è stata alleviata dal calore dell’accoglienza che ci è stata riservata”.
Allegra parla di un viaggio “da cui si torna più ricchi e con una percezione più nitida del mondo che ti circonda”.
“Vedere un bambino che non sa come scartare una caramella - ricorda Silvia - ti fa capire quanto sei fortunato. Sono cose che ti aprono gli occhi, e ti permettono di apprezzare anche le piccole cose”.

venerdì 1 novembre 2019

Workshop del Gen Rosso a Piacenza

Dostoevskij affermava: "La bellezza salverà il mondo". Il  progetto "Forti senza violenza" del Gen Rosso basa la sua azione sull'arte come strumento di bellezza e armonia e offre una grande opportunità attraverso workshop, prove e spettacoli artistici di coinvolgere migliaia di giovani di diversa fede e origine.
Attraverso tale iniziativa si favorisce l'interazione nel rispetto e nell'apprezzamento reciproco con la valorizzazione dei talenti di ognuno, altrui come dei propri.
Con i suoi progetti in tutto il mondo il Gen Rosso - International Performing Arts Group - lancia messaggi positivi attraverso canzoni, musica luci, immagini e coreografie.
Ecco i video dei Workshop di Piacenza: coreografie, danza, percussioni e canto.

giovedì 17 ottobre 2019

Dalla musica alla vita

La musica è veramente un contributo importante per migliorare la società se riesce a parlare al cuore delle persone. L’esperienza dei workshop del Gen Rosso, al Teatro Municipale, l’11 ottobre 2019, che ha coinvolto più di duemila studenti degli Istituti Superiori di Piacenza, è riuscita a creare questa magia.
Rimettere al centro la vita è l’obiettivo del gruppo musicale e artistico dei Focolarini, che arriva a comunicare in maniera sorprendente con le giovani generazioni.
L’intento dei musicisti è immergersi nelle gioie e nei dolori delle migliaia di persone che incontrano nelle varie nazioni del mondo e smascherare ogni politica di morte che genera individualismo, relativismo, disumanizzazione, disuguaglianza…
Il progetto del Gen Rosso è riuscito a colpire nel cuore i giovani piacentini che si sono lasciati trasportare, attraverso l’emozione della musica, verso nuovi orizzonti di vita.
Gli insegnamenti che il gruppo internazionale riesce a veicolare, con l’arte dei suoni, spaziano dalla cultura del dare per arginare la povertà, all’equilibrio e la sostenibilità per risanare la terra.
Il messaggio del ensemble dei Focolarini, vuole portare i valori del cristianesimo ai giovani che stanno cercando un senso alla loro esistenza.
“C’è bisogno di silenzio, c’è bisogno di ascoltare
c’è bisogno di un motore che sia in grado di volare
c’è bisogno di qualcosa, c’è bisogno di qualcuno
c’è bisogno di parole che non dice mai nessuno”.
                                                                                                                

È la voce di “Lavori in corso”, una canzone emblematica del Gen Rosso con il testo di un maestro, di tutto rispetto, come Francesco Guccini.
“C’è bisogno di un amore vero
c’è bisogno di un amore grande
c’è bisogno di un pezzo di cielo
in questo mondo sempre più distante”
Espressioni che manifestano la ricerca, presente nell’animo umano, di qualcosa, di qualcuno che possa dare un senso all'esistenza.
“C’è bisogno di memoria, c’è bisogno di pensare
c’è bisogno di coraggio, c’è bisogno di sognare”.
L’invito a realizzare i propri sogni, conclude questo testo ed è il messaggio di grande suggestione lasciato dal Gen Rosso ai giovani di Piacenza.
Attraverso un nuovo sound pop/rock e con immagini di grande impatto emotivo, il concerto della compagine dei Focolarini è una grande celebrazione della vita e vuole far scoprire come l’amore è il vero DNA di ogni persona.

martedì 15 ottobre 2019

Il Gen Rosso al Teatro Municipale di Piacenza


Il Gen Rosso nasce nel 1966 a Loppiano (Firenze) da un'idea di Chiara Lubich - Premio Unesco 1966 per l'Educazione alla Pace - che regala una batteria rossa a un gruppo di ragazzi per comunicare, attraverso la musica, i messaggi di pace e fratellanza universale e concorrere così alla realizzazione di un mondo più unito.
Il concerto a Piacenza, svoltosi l'11 ottobre al Teatro Municipale, è stata un esplosione di gioia e ha saputo coinvolgere entusiasticamente moltissimi giovani degli Istituti Superiori della città.
Il primo brano "Dentro noi c'è una forza" che ha dato il via alla musica, racconta la forza dell'amore:
Incontriamo occhi spenti
Per le strade affollate e nei bar
Sempre in corsa agli affari importanti
Come ladri del tempo e di libertà.
C’è chi vive cercando un senso
Un modo per sopravvivere
Come isole in mare aperto
Siamo stranieri sulla stessa via...
E’ l’amore la forza
Che fa vivere
Scioglie i cuori di ghiaccio, rompe i muri
Dai saltiamo più sù
Siamo un onda che va
Più lontana dei miei e dei tuoi pensieri.


lunedì 8 aprile 2019

I giovani e il razzismo

Il razzismo ha sempre accompagnato le vicende dell’umanità. 
Il tempo che siamo vivendo sembra far aumentare nelle persone sentimenti di diffidenza, pregiudizio, paura e odio. 
La Scuola dovrebbe essere un momento di inclusione fra le differenze.
Ne parliamo con Silvia e Fadel, originario della Costa d’Avorio, entrambi studenti dell’istituto. Il video è realizzato da Aldo Gariboldi.

Forrest Gump, la storia d'America degli anni 60 e 70


Tra i film più famosi e citati di sempre, Forrest Gump racconta la storia dell’omonimo protagonista, che seppur non viene apertamente qualificato come soggetto affetto da un disturbo di spettro autistico, è certamente dipinto come un uomo che presenta alcuni comportamenti assimilabili a tali patologie. Ma quest’uomo indimenticabile, dall’indole mite, dimostra al mondo di non essere limitato dai suoi problemi, anzi, è capace di gesta davvero straordinarie.
Certe volte le nostre capacità e risorse, non corrispondono sempre a ciò che la società ci chiede, ma possono definire opportunità. Questi sono i pensieri che muovono le fantasie e la volontà di Forrest.
Sua madre lo stima e crede nelle sue potenzialità, fin da quando è bambino, tanto da essere disposta a qualsiasi sacrificio per lui, senza perdere mai la speranza. Forrest percepisce la realtà a modo suo, e, nonostante ciò, prende seriamente gli avvenimenti che la vita gli offre, affrontandoli con un grosso margine di successo.
Corre, corre, corre per scappare dalla derisione e riscattarsi; riesce ad essere vincente semplicemente essendo ed accettandosi per la persona che è.
Il film ha vinto sei Premi Oscar, tra cui Miglior Film, Migliore Regia e Migliore Attore. Il protagonista, interpretato da Tom Hanks, con la sua espressione inconfondibile, è diventato un fenomeno di costume, un evento cinematografico impressionante.
Uscito nelle sale statunitetensi il 6 luglio 1994 e il 6 ottobre 1994 nelle sale cinematografiche italiane il cult di Robert Zemeckis ha segnato inevitabilmente la storia del cinema.
Il trailer originale recita che «il mondo non sarà più lo stesso, dopo averlo visto attraverso gli occhi di Forrest Gump». Attraversare la storia in maniera genuina con una sensibilità tutta propria: è questa dote è la migliore che Forrest possiede.

Non lo so… Se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza… Ma io credo, può darsi le due cose. Forse le due cose capitano allo stesso momento…

giovedì 28 febbraio 2019

L'anelito all'infinito nelle canzoni del Gen Rosso

Oltre l'invisibile

Quando la vita non ha dignità
e un grido sordo mi sale da qui
quando è scura la città
piove fuori e dentro me
oltre il buio chissà cosa c'è.
Quando la vita mi appare bugia
non ha più senso lottare così
con il cuore stretto in sé
tutto è come malattia
in fondo al nero uscita non c'è.
Eppure nella notte
vedo più lontano
le stelle e le galassie
l'invisibile
eppure il tuo silenzio parla
mi racconta te
ed io non ho parole
ma ti cercherò...

Resta qui con noi (inno GMG  Roma 1985)
Le ombre si distendono, scende ormai la sera
e s'allontanano dietro i monti i riflessi di
un giorno che non finirà, di un giorno che
ora correrà sempre,
perché sappiamo che vita nuova
da qui è partita e mai più si fermerà.
Resta qui con noi, il sole scende già.
Resta qui con noi, Signore, è sera ormai.
Resta qui con noi, il sole scende già
Se tu sei con noi la notte non verrà.
...
Davanti a noi l'umanità lotta, soffre e spera
come una terra che nell'arsura chiede acqua
da un cielo senza nuvole, ma che sempre le
può dare vita.
Con te saremo sorgente d'acqua pura,
con te fra noi il deserto fiorirà
Resta qui con noi...


mercoledì 27 febbraio 2019

GEN ROSSO


Ascoltare il gruppo musicale internazionale Gen Rosso è sempre un'esperienza straordinaria.
Un live acoustic all'Università Cattolica di Piacenza, nella serata del 26 febbraio 2019, è riuscito a trasmettere il messaggio di vita, di pace e di amore che la compagine musicale porta in tutto il mondo.


"L’esibizione ha rappresentato il momento conclusivo della due giorni di eventi organizzati dall’ateneo piacentino in occasione del ventennale della Laurea Honoris Causa conferita a Chiara Lubich dalla Facoltà di Economia, per aver ispirato il progetto per un’Economia di Comunione.
Musica, storie, racconti e testimonianze di vita: il Gen Rosso ha dato vita ad uno spettacolo capace di coinvolgere, emozionare e divertire, mostrando ancora una volta l’attualità del messaggio di Chiara Lubich.
A tal proposito, in apertura di concerto, la preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza della Cattolica Anna Maria Fellegara ha voluto sottolineare come “quella di consegnare la Laurea Honoris Causa a Chiara Lubich fu una scelta lungimirante, in quanto – a vent’anni dal conferimento – le sue idee e la sua visione completamente innovativa del mondo, hanno resistito alla prova del tempo, dimostrandosi oggi ancora attuali”. da piacenzasera.it






Due pezzi a seguire, emblema del gruppo, che hanno scaldato il cuore degli  appassionati:
Hopes of peace e Un'altra umanità




martedì 19 febbraio 2019

L'ERBA CATTIVA - film intenso e commovente

L’erba cattiva (Mauvaises herbes) è un film francese Netflix diretto da Kheiron ed interpretato da Catherine Deneuve, Kheiron e André Dussollier.
Wael (Kheiron) vive di piccole truffe con la madre adottiva e complice Monique (Catherine Deneuve). Quando Wael e Monique imbrogliano l’uomo sbagliato, Victor (André Dussollier), vecchia conoscenza di Monique ora a capo di un’organizzazione di supporto per adolescenti problematici, non hanno altra scelta che diventare segretaria e educatore ad interim per riscattarsi.
Wael, di fronte a sei ragazzini intenzionati a rovinare tutti i suoi sforzi, abbandona i panni di truffatore per vestire quelli di educatore di sei giovani: Shana, Fabrice, Karim, Ludo, Nadia e Jimmy. La sua storia personale e il suo ingegno diventano la chiave per guadagnarsi la loro fiducia e il loro rispetto. Da questo incontro tra erbe cattive nascerà un vero miracolo e Wael si renderà conto che anche a lui viene data un’opportunità per guarire il suo passato e trovare il suo posto nella società.
Kheiron, regista, sceneggiatore e attore principale, si è ispirato nuovamente alla sua vita per il suo secondo film L’erba cattiva, che segue due temporalità ben distinte: l’una mentre è solo un bambino orfano e in fuga durante la rivoluzione islamica in Iran, l’altra mentre vive a Parigi, ormai adulto. Infatti le prime scene del film ci mostrano un paese in uno stato di guerra, tra gente che fugge e cade sotto i proiettili dei soldati, che uccidono tutto ciò che si muove. Nessuna parola, nessun suono, nessun sopravvissuto se un bambino piccolo nascosto sotto un letto.
Ma il film segue principalmente la vita di Wael da adulto. Wael è un truffatore, vive con la madre adottiva Monique nella periferia di Parigi, luogo in cui si depositano e crescono generalmente le cosiddette erbacce cattive della società. L’erba cattiva mostra l’incontro e la convivenza forzata di Wael con sei ragazzi esclusi dal sistema scolastico, ragazzini emarginati dalla società a cui dovrà badare e fare da educatore.
L’erba cattiva è basato su dialoghi intelligentemente strutturati e mai moralistici, la cui narrazione dà un posto privilegiato a questa gioventù accattivante e dotata. Piuttosto che stigmatizzare la violenza delle città, il film di Kheiron preferisce sottolineare la vitalità dei suoi personaggi e la loro energia per andare avanti, la loro redenzione, rendendo questa storia un inno alla vita e alla speranza.
Nei titoli di testa il film cita Victor Hugo: “Non vi sono né cattive erbe né cattivi uomini: vi sono soltanto cattivi coltivatori“, una citazione perfettamente in linea con il senso del film, che riesce a bilanciare perfettamente le proprie tematiche, l’inclusione e l’istruzione, con il carattere irriverente e divertente del film. L’erba cattiva è una produzione Netflix davvero stupefacente, una commedia intensa e imperdibile (da cinematographe.it).

#REALITYHIGH - i giovani nel tempo dei social

I giovani al tempo dei Social... Potremmo parafrasare cosi questo film.
Il potere dei like, l'avere followers sembra oggi diventato determinante per essere popolari, per avere successo in rete.
Inoltre mettere subito sul Web ciò che accade a noi e ai nostri amici aumenta la facilità di comunicazione, ma può anche creare danni alle persone...
Diretto da Fernando Lebrija, è una commedia adolescenziale con protagonista Dani Barnes (Nesta Cooper), teenager con ottimi voti, un po' goffa e nerd. Da amante dei cani, il suo sogno è quello di diventare veterinaria e nel doposcuola presta volontariato in una clinica per animali. È qui che conosce meglio Cameron (Keith Powers), il ragazzo per cui ha una cotta da diverso tempo. Il giovane è fidanzato, però, con Alexa Medina (Alicia Sanz), liceale popolare che mira a diventare una star dei social con il suo programma #RealityHigh.
Quando Dani cambia look attira l'attenzione di Cameron, che, affascinato dal suo modo di essere, oltre che dal suo aspetto, decide di lasciare Alexa per lei. Proiettata nel mondo dei più "in" del liceo, Dani dovrà fare i conti con la popolarità e le vendetta meditata dalla suarivale in amore ai tempi dei social media (da Comingsoon.it ).

mercoledì 13 febbraio 2019

Incontrare la fragilità - Casa La Pellegrina Piacenza

Densa di emozioni la visita e l' incontro con gli ospiti della Casa per malati di AIDS “Giuseppe Venturini” di  Piacenza per gli studenti ITAS.
E' stata l'occasione per informarsi sull’AIDS, su come si contrae, sulle cure, non in modo teorico, ma attraverso la spiegazione degli operatori che vivono quotidianamente a contatto con i malati. Si potuto percepire che il malato è una persona con una sua dignità, da accogliere ed aiutare. 
Le esperienze e le storie di sofferenza e di malattia non si raccontano solo in televisione, ma sono vissute anche nella nostra città, tra la gente che incontriamo.
Gli studenti hanno ascoltato l’esperienza di chi lotta con l’AIDS: la storia della sua vita, i suoi sogni, le sue speranze, la sua lotta quotidiana con la malattia.

Ecco le frasi scaturite dalla riflessione dei gruppi di studenti
- La cura non deve essere strettamente associata all’utilizzo di medicinali ma anche e soprattutto alla compagnia e ad altri aspetti che possono condizionare positivamente la vita dell’ospite.
- Il sostegno consente a una persona con difficoltà di qualsiasi genere di poter affrontare determinate situazioni con l’aiuto.
- Il cuore della casa é come un fiore che se curato sboccia; ove all’interno è concentrato amore e rispetto reciproco.
- Il coraggio simboleggia la capacità di riprendere la vita accantonando il passato.
- Nonostante abbiano avuto una vita travagliata e difficile in passato, nessuno puo’ togliergli la possibilità di sognare una vita migliore.
- I legami sono importanti perché se i malati rimangono da soli avranno molta più difficoltà a superare i problemi relativi alla malattia.
- La famiglia non è solo un legame naturale, ma anche un luogo di cura, di amore e aiuto .
- L’ appuntamento con una dipendenza è un’ attesa costante. Se in precedenza si sentiva il bisogno di assumere certe sostanze per soddisfarsi, ora è una necessità per non morire.
- L’intesa è la comprensione che si sviluppa tra due persone e che va oltre il dialogo. - Non solo prendere alla leggerezza la malattia ma avere la leggerezza di liberarsi dai pesi del passato e di vivere la vita senza pregiudizi, compiendo attività quotidiane

La Pellegrina Piacenza - Casa Accoglienza malati Aids

Un luogo che fa riflettere per incontrare un mondo fragile, dove gli studenti hanno vissuto momenti intensi di confronto e ascolto.
Ecco la testimonianza di un ospite.


venerdì 25 gennaio 2019

Giovani, da dove nasce la violenza


Violenza, bullismo, devianza, autolesionismo, cyberbullismo rappresentano i comportamenti aggressivi più diffusi tra gli adolescenti.
Il susseguirsi di questi episodi tra ragazzi nei confronti dei coetanei, dei professori e dei genitori, dà l’impressione di assistere ad un dilagare di certe condotte messe in atto da giovanissimi sempre più inconsapevolmente violenti.
Alla luce anche delle risse tra gruppi di adolescenti a Piacenza e agli ultimi fatti di vandalismo in una scuola di Pisa, il prof. Tonna si è confrontato con Francesco, Andrea, Sebastian e Giovanni, studenti dell’Istituto Raineri – Marcora di Piacenza.


martedì 15 gennaio 2019

Il ricordo, durante le esequie, della prof. Mariapia Poggi

                                                           

Si è spenta improvvisamente la vicepreside del Raineri -Marcora di Piacenza. A causarne il decesso sarebbe stato un malore. La scomparsa della docente ha suscitato vasto cordoglio nel mondo della scuola a cui ha dedicato tutta la sua vita. Emozionante il momento delle esequie, del 12 gennaio 2019, nella Collegiata di Fiorenzuola, dove è stata ricordata con una commovente testimonianza.

"Vi sono momenti nei quali non dovremmo violare il silenzio: è l'unica descrizione degna del dolore. Le parole sono drammaticamente misere quando cercano di fissare nella memoria il significato di tutta una vita, ma sono la sola consolazione di cui disponiamo per cercare di contenere il senso della nostra impotenza davanti alla morte, soprattutto di una morte improvvisa come quella della nostra Pia, una morte che ci ha lasciati increduli e storditi, una morte prematura. Ma le faremmo un torto se pensassimo che Pia non abbia avuto il tempo di realizzarsi, come se questi suoi anni non li avesse arricchiti e dilatati di tutta la passione di cui era capace. Era una donna forte, volitiva e al contempo umana. Era dotata di una intelligenza acuta e della straordinaria capacità di comporre la complessità del vivere in una visione d'insieme lucida e razionale, coerente. Quando ne abbiamo avuto la necessità, abbiamo tutti trovato la sua porta aperta. Pia c'era. Lei era, senza falsa retorica, il nostro insostituibile punto di riferimento. Vedevi quegli occhi azzurri fissarsi nei tuoi e sapevi che già stava pensando a possibili soluzioni, a contenere le problematiche, piccole o grandi che fossero, con quell'arte della sottile diplomazia delle persone che sanno contemperare cuore e ragione, senza mai alzare i toni, con rispetto. Pia non si imponeva, ma suggeriva, ti aiutava a fare le scelte giuste, a traguardare per cogliere nuove prospettive, perché non ha mai smesso di essere un'educatrice, nel senso etimologico del termine. Chi l'ha conosciuta bene sa che era una professionista esigente, ma anche quando arrivava un rimbrotto, i modi erano bonari, quelli di una sorella maggiore che vede l'errore e ti corregge perché ti vuole bene. Pia era la nostra "signora del tempo" e tanto ne ha dedicato al suo lavoro, con abnegazione, consapevole che la Scuola rappresenta la "gestazione" della società del domani e non vi è compito più delicato e più impegnativo del prendere in carico esseri umani, averne cura e restituirli nel pieno del loro sviluppo alla società. Oggi la sua assordante assenza ci restituisce la misura della sua dedizione. Pia si è talmente identificata in questa istituzione, in questa comunità educativa che ha lasciato un vuoto enorme, un vuoto affettivo, progettuale, di identità: la Scuola ha perso la sua memoria storica, non sarà più la stessa. Questo lo può fare solo un'anima grande. Ed è in questo che si misura una vita, non in anni. Ciao Pia, che la terra ti sia lieve.
Paola Prazzoli

Una preghiera
Mariapia i tuoi colleghi, gli studenti del campus Agroalimentare Raineri Marcora sono qui vicino a te.
Guardando oltre l’apparenza vogliamo scrutare aldilà delle cose e, nella fede, vedere che, con grande coraggio e dignità, hai passato quella "porta" e oggi sei nella luce.
Vogliamo fare un viaggio nei ricordi per non dimenticare la tua forza, il tuo entusiasmo, la tua generosità con cui sapevi dare tanto a tutti sempre.
Le tue ultime parole che ci hai rivolto, il tuo sorriso saranno sempre con noi.
Con questi sentimenti ti affidiamo al Dio della vita nella certezza che tu possa essere in pace.